51, sono state le partite totali disputate dal Campidonico Grizzlies nella stagione di serie A 2022.
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PROGRESSIONE
Consapevolezza !
Consapevolezza!
Un termine che si può interpretare come “conoscenza delle proprie forze”, ma anche come “umiltà” oppure “oggettività”.
Insomma, quando sai che devi stare con i piedi per terra perché nulla ti sarà regalato, dovrai conquistarti tutto.
Dopo le onorevoli sconfitte al debutto la scorsa settimana contro la Fortitudo Bologna, il Campidonico aveva avuto la conferma che la poule scudetto sarebbe stata una salita molto irta, ma anche la consapevolezza di essere una buona squadra in grado di lottare per qualche soddisfazione. E la prima soddisfazione è arrivata venerdi 3 giugno con la prima partita vinta nella post season che vale la corsa al titolo: un meritatissimo 4 a 1 contro una avversaria, il Grosseto, che nella sua storia ha vinto 4 scudetti ed una coppa Campioni.
Ma la vittoria più bella sono stati gli abbracci tra i giocatori a fine gara, sono stati le ragazze del softball ed i ragazzi delle giovanili che hanno invaso il dugout per farsi firmare la qualunque, dalle magliette, alle palline fino all’album delle figurine.
Insomma, la consapevolezza che i sacrifici della Società stanno premiando e ripagano del tempo e della fatica spese. Saper che anche solo uno di quei giovani tornato a casa con un ricordo firmato da tenere sotto il cuscino, avrà un esempio sportivo da prendere a riferimento, avrà uno stimolo per continuare ad allenarsi e superare le difficoltà della vita quando arriveranno.
Questo è il famoso “cerchio che si chiude”, perché tutto deve avere uno scopo; noi cerchiamo di allestire una bellissima vetrina per far si che arrivi la gente, quella sugli spalti, quella sui campi di allenamento, e non ultima, quella che deciderà di sostenere in qualche modo il nostro progetto.
Comunque, per la cronaca: un 4 a 1 costruito sui lanci di Josè Rodriguez (10 k, 3 valide e 2 BB in sette riprese), e sulle valide di Peloro (3/3) e Carrera (1 triplo), ma è stata tutta la squadra con giocate spettacolari in difesa sia in diamante che agli esterni, che ha espresso tutta la determinazione di una vittoria voluta e consapevole.
Go go Grizzlies!
Se son rose fioriranno !
“Se son rose fioriranno” si dice, e dal momento che siamo a Maggio, il mese delle rose per eccellenza, nel giardino dei Grizzlies c’è stata una gran bella fioritura.
Naturalmente la rosa rossa, simbolo della passione, è quella della prima squadra, quella Serie A che ha saputo regalare la grande soddisfazione della Poule Scudetto dopo aver sconfitto il BC Settimo nel derby spareggio. Ma la rosa bianca, quella che rappresenta la purezza e la pace, ha letteralmente invaso il nostro campo sotto forma di oltre 400 ragazzi e ragazze che (in due sole settimane) hanno completato il loro ciclo scolastico di avvicinamento al baseball cimentandosi finalmente sul diamante di Via Passo Buole.
Un tripudio di schiamazzi a corollario di sfide agguerritissime, per i giovanissimi delle elementari Manzoni ed Agnelli e dei più grandi delle Medie Vittorino da Feltre.
Un mese pieno di attività ed impegni per la nostra organizzazione, sempre “on the move” per il bene del movimento, per il suo futuro e per organizzare e pianificare al meglio ogni evento.
I successi di cui sopra sono il nostro carburante, la spinta emotiva che ci fa dimenticare stanchezza e fatica. Vedere i nostri atleti senior festeggiare la vittoria con spettacolari scivolate sui teloni di protezione carichi di acqua piovana è stato divertente, ma ancora più impagabile è stato incrociare i loro occhi quando alla vigilia dello spareggio per accedere alla fase scudetto del campionato, abbiamo chiesto loro il massimo impegno per ricambiare il nostro lavoro e gli investimenti degli sponsor. E così si è concretizzato l’impensabile, Torino con il suo Campidonico Grizzlies torna dopo 25 anni nell’elite nazionale del baseball.
Ora sarà dura, probabilmente in qualche caso anche drammatica perché ci aspettano sfide impari, ma è solo incontrando ostacoli difficili che si apprende, noi Dirigenti a gestire e i nostri ragazzi a vincere.
E per rimanere nella metafora floreale, noi continueremo ad innaffiare il nostro giardino, ma soprattutto abbiamo pronte buoni dose di fertilizzante sotto forma di idee e progetti in cantiere.
Stay tuned !
Missione compiuta !
Al debutto assoluto in Serie A l’obiettivo minimo dichiarato dalla società era la permanenza nel massimo campionato nazionale; con il doppio successo nel derby di sabato 14 agosto contro il Settimo, pur mancando la matematica, si può dire che la posizione di classifica e il vantaggio sulle inseguitrici richiederebbe un grosso sforzo per rovinare il lavoro fatto fin qui.
Lavoro che ha portato la squadra del Presidente Gallo a conquistare un prestigioso secondo posto nel Qualification Round dietro al Parmaclima, risultato che purtroppo in funzione del regolamento non è stato sufficiente a qualificarsi alla Poule scudetto.
La seconda fase del campionato definita “Poule Salvezza” ha visto gli uomini guidati da Illuminati segnare qualche passo falso inaspettato, pur viaggiando sempre in acque sicure, ma nelle ultime settimane i risultati sono tornati e ieri (sabato 14) gli “Orsi” hanno confermato la leadership cittadina vincendo due volte (8 a 7 e 7 a 0) contro il Settimo.
Particolarmente interessante è stata gara 1, giocata all’inconsueto orario delle 11 a causa dei lavori di rifacimento dell’impianto di illuminazione dello Stadio di Via Passo Buole in previsione dei Campionato Europeo di Settembre.
La squadra ospite con un ottimo Varalda sul monte di lancio ha ingabbiato le mazze dei Grizzlies e nello stesso tempo ha toccato più volte i lanci di Gonzalez; alcune indecisioni difensive e la poca verve nel box sembravano destinate a scrivere una di quelle “partite storte” che tanto fanno infuriare Manager Illuminati. Ma il roster allestito dalla Società ha un potenziale tale che una volta superati i blocchi psicologici ci siano tutti i presupposti per imporre il proprio gioco, e così dopo essere stati sotto 1 a 6 al quarto inning e ancora 3 a 7 al settimo, è bastato un’ottava ripresa da 5 valide per passare in vantaggio 8 a 7.
Vantaggio che la perfetta rotazione dei rilievi ha permesso di gestire senza patemi; dopo Anthony Gonzalez e Tucci (finalmente in campo per 2.2 riprese con 3 strike outs ed una sola base ball concessa) sono saliti sulla collinetta Meschini, Gismondi (lanciatore vincente per la prima volta in serie A) e Marco Pascoli.
Nel box di battuta spiccano il 3 su 4 di Carrera ed il 2 su 5 di Peloro, il quale col suo Homer da 2 punti ha dato il via alla rimonta vincente.
Galvanizzati dal successo i Torinesi hanno proseguito d’inerzia anche in gara 2 dove di fatto non c’è stata storia; parte bene il lanciatore straniero di Settimo Yoel Suarez Hernandez (alla fine 5 strike outs ed 1 base ball) che tiene tre riprese, ma deve capitolare al quarto quando il solito Carrera gliela spedisce oltre la recinzione (4° fuoricampo stagionale).
Le successive valide di Peloro e Oldano aggiungono due punti al tabellino e nell’attacco successivo saranno ancora gli stessi Carrera e Peloro (veramente devastanti nel box) a portare il punto numero 4.
E mentre Angel Guillen e la sua difesa macinano outs (una sola valida concessa, 4 strike outs ed 1 base ball) si arriva alla settimo attacco del Campidonico dove una valida De Maria ed un paio di passed balls fissano il punteggio sul 7 a 0; punteggio che rimarrà tale grazie all’ottimo lavoro del rilievo Victor Romero (4 strike outs in sole 1.2 riprese).
Purtroppo il lanciatore Venezuelano dovrà abbandonare il monte anzitempo a causa di un forte dolore al fianco sinistro accusato dopo un lancio; dopo un paio di tentativi di concludere l’inning, lascia il posto a Meschini ed al giovane Filippo Giarola che chiude l’incontro con uno strike out looking.
A fine partita Illuminati malgrado la soddisfazione per i risultati non ha ancora assorbito la rabbia per l’inizio svogliato di gara 1 e sullo stesso tema Meschini argomenta di un freno psicologico che spesso richiede che si generi un evento scatenate per far partire la molla della giusta aggressività agonistica.
Anthony Gonzales, partente di gara 1 è lo stakanovista del bull pen; con la poca disponibilità di Tucci, nel corso della stagione ha dovuto accumulare più inning di quanto richiederebbe una normale gestione, e nel dopo partita confessa di iniziare ad accusare una certa stanchezza ed un po’ di affaticamento tra collo e spalla.
Toccherà quindi allo staff tecnico valutare le condizioni dei lanciatori a disposizione per la prossima settimana quando il Brescia sarà ospite al Passo Buole.
In classifica Senago è davanti ai Grizzlies di mezza partita quindi il secondo posto non è un miraggio, così come la distanza rispetto al Leader Crocetta avanti di 2 partite anche se con diverse gare da recuperare.
Si tratterà di capire a questo punto se il fatto di poter giocare a mente sgombra senza rischio retrocessione darà la tranquillità necessaria o se invece il desiderio di scalare posizioni di classifica pur per un obiettivo “di pura ambizione” diventerà uno stimolo o una pressione da gestire.
Niente da fare !
Niente da fare per il Campidonico Grizzlies contro la capolista Parmaclima.
Gara 1 da dimenticare nel modo più assoluto, gara 2 rimane una “impresa incompiuta”.
Forse la chiamata da ultima spiaggia, forse le aspettative esagerate, fatto è che nella partita pomeridiana i Torinesi giocano la loro peggiore gara stagionale dove soprattutto la difesa risulta contratta e non efficiente come al solito.
Gonzales è più toccabile rispetto alle precedenti partite e la difesa cincischia qualche palla di troppo in diamante, così quando sprechi gli out e metti uomini in base, puntuale si esprime tutta la potenza di un line up avversario davvero impressionante.
Tra le note positive ci sono comunque 7 valide che non sono poche e 5 punti segnati che per Parma è il massimo passivo subito in stagione.
Per la cronaca resta comunque una partita senza storia, mai in discussione e che alla quarta ripresa ha smesso di interessare il pubblico presente per via del risultato ormai in cassa forte.
Gara 2 invece ha emozionato e non poco; Michele Pomponi ha concesso qualche base ball di troppo permettendo al Campidonico di trovare il vantaggio di un punto al secondo inning mentre sull’altro fronte un brillante Angel Guillen (9 k e 3 sole BB in sei riprese) ha impedito al Parma di avere continuità nel box.
Torino ha confermato la scarsa vena in attacco (alla fine saranno solo due valide), alternando grandi giocate difensive e un paio di errori, assaporando comunque il colpaccio fino all’inizio dell’ottava ripresa.
Subentrato infatti Victor Romero al settimo, ha prima chiuso il suo primo inning alla grande con una groundball e due k, poi all’ottavo dopo essersi portato su due out con un corridore in terza, ha concesso una base ed un doppio a Poma per l’ 1 a 2 Parma.
Successivamente sul tentativo di scivolata a casa di Poma a seguito di una passed ball la partita cambia radicalmente. Poma è chiamato out a casa sulla toccata di Romero ma l’arrivo è pericoloso e le panchine si svuotano.
Vuoi per il sorpasso subito vuoi per il nervosismo che si è generato in campo, Torino non incide in battuta e l’ultimo attacco di Parma (ancora una volta con 2 out) vede i “ducali” approfittare di due basi ball e di due legnate di Paolini e di Astorri per arrotondare il definitivo vantaggio del 1 a 5 finale.
Nulla da eccepire sul risultato se si guardano le statistiche, ma per chi ha avuto modo di seguire la partita dal vivo per il Campidonico rimane un po’ di ripianto.
Bella la cornice di pubblico che, complice anche le animosità del finale non si è certamente assopito.
Il Campidonico rimane la seconda forza del girone ma domenica prossima dovrà vedersela con il Settimo per il derby di ritorno.
Foto: Maurizio Valletta
Un “braccio di gomma” per il monte del Torino.
Incontro Anthony Arcila Gonzales sul diamante di Via Passo Buole pronto per il primo allenamento con i Grizzlies. Vorrei scattare subito una fotografia ma lui chiede prima di poter indossare la felpa del team. Nel corso della lunga chiacchierata mi dirà che lui quando arriva in una squadra ne fa casa sua e fa di tutto per farla “rispettare”, e così capisco perché tenesse così tanto a farsi fotografare con i colori sociali. Non manca la voglia di raccontarsi a questo ragazzo Venezuelano di Valencia, classe 1991, che si è stabilito in Italia ormai da una decina d’anni e che pertanto padroneggia benissimo l’italiano. “Ho giocato tanti anni in A2 con Senago, Milano e Bollate, ho fatto tanta esperienza giocando oltre 300 inning poi nella stagione 2020 ero in procinto di andare a Nettuno, ma la rinuncia a disputare il campionato ha fatto saltare i piani. La gioia più grande è stata che malgrado mancasse poco all’inizio della stagione, e col rischio di dovermi accontentare di una sistemazione di ripiego sono stato invece contattato dal Parma e per me si è avverato un sogno, quello della A1”.
Inevitabile a quel punto chiedergli come abbia vissuto il salto di categoria e quale sia stato il computo della stagione, ed Anthony si illumina quando ricorda la prima partita vinta contro la Fortitudo Bologna: “sono quelle situazioni dove ti dici che non puoi fallire, che è l’occasione che aspettavi, contro la squadra che ha vinto gli ultimi tre campionati di fila, sono entrato come rilievo ed ho vinto la partita! Nell’insieme la stagione è andata bene, sono salito sul monte con tante squadre diverse, mi è servito a fare esperienza, certo la differenza è parecchia, ma vale sia per i pitchers che per i battitori, quindi alla fine quello che conta sono i valori globali della squadra ed anche le prestazioni di un singolo si integrano nel sistema squadra”.
E adesso una nuova esperienza, qui a Torino con il Campidonico Grizzlies, come vedi la squadra ? “Sono molto fiducioso, ho parlato con la Vice presidente Passarella che avevo già conosciuto a Parma lo scorso anno quando ero compagno di squadra di suo figlio Tommaso, mi ha descritto la progettualità, conosco alcuni giocatori, mi hanno raccontato dei rinforzi che arriveranno e quindi non ho assolutamente timore di nessuno, sono un combattente e mi esalto con l’agonismo. Nel nostro girone naturalmente Parma è favorita, diciamo che ha un 70% del pronostico, ma il 30% che rimane non è poca cosa, degli altri gironi invece vedo molto bene Cagliari che potrà essere una sorpresa.
Gli chiediamo allora che tipo di lanciatore sia: “non ho caratteristiche tali da classificarmi come lanciatore di velocità o da effetti, sono uno che cerca di scegliere il lancio giusto per la situazione di quel momento, non gioco necessariamente per lo strike out, mi va bene anche una groundball …forse una caratteristica è che ho una buona resistenza fisica ed in passato mi è capitato di lanciare 7 inning in gara 1 e tornare sul monte come rilievo per altre 3 riprese in gara 2, è li che il mio Manager mi ha chiamato braccio di gomma !
Benvenuto a Torino Braccio di gomma.
Per l’attacco dei Grizzlies c’è Jesus Carrera
Nei lontani tempi del catenaccio calcistico, si sentiva spesso dire “Primo non prenderle!”, ma qui parliamo di Baseball, e dal momento che il pareggio non è previsto, diventa fondamentale ricordare che per vincere bisogna sempre segnare almeno un punto in più dell’avversario, come dire che serve gente che la pallina sappia batterla spesso, al momento giusto e lontana.
Al telefono trasmette tutta l’energia positiva tipica dei popoli latini, mixata con una bella dose di concretezza; è Jesus Carrera, Venezuelano, mancino, prima base ed esterno destro che nella stagione 2021 cercherà di portare ai Grizzlies proprio quella spinta che serve per fare la differenza in attacco.
Classe 1993, Carrera non ha ancora compiuto 28 anni ma sulle spalle ne ha già quasi dieci di esperienza all’estero, la maggior parte dei quali trascorsi negli Stati Uniti.
“La situazione politico-economica in Venezuela è da circa vent’anni molto difficile, per cui a 18 anni ho maturato la decisione ed a 19 sono partito utilizzando il Baseball come elemento di motivazione. Negli USA mi sono laureato in giornalismo, ho perfezionato la lingua, e naturalmente ho giocato a livello di College e di University”.
E come si spiega invece il tuo arrivo in Italia, gli chiediamo.
“Avevo desiderio di espandere la mia esperienza, ma avevo anche un’altra motivazione …quella che due anni fa è diventata mia moglie, è per metà di origini italiane, per la precisione pugliese, ed era già venuta in Italia. L’ho raggiunta sfruttando l’opportunità del Macerata ed ora viviamo nelle Marche in attesa di capire quali occasioni ci prospetterà il futuro. Io sto lavorando come insegnante di Inglese e Spagnolo, ma sto anche perfezionando l’italiano, ed a giorni affronterò l’esame per la certificazione B1. Confesso che vivere in una grande città mi attira come idea”
L’italiano di Jesus è già fluente, e gli permette di trasmettere tutta la voglia che ha di prendere mazza e guantone e tornare sul campo. “Ho la fortuna che mia moglie di lavoro fa la Personal Trainer e quindi non appena si è conclusa la stagione 2020 ho iniziato a lavorare in casa non potendo accedere ad altre strutture per via del Covid, so che a Torino c’è la possibilità di allenarsi indoor anche nella stagione invernale e questa è una gran cosa”.
Avendo studiato giornalismo immaginiamo che sia anche pronto a rispondere a domande un po’ provocatorie, ed allora lo incalziamo sulla sua media battuta, sui suoi tanti RBI e sul basso numero stagionale di strike out; “in effetti la mia mentalità è quella di cercare di essere produttivo, intendo dire che a volte serve anche solo mettere la palla in gioco, ricordare che anche una base su ball può essere importante, poi si, ho la fortuna di avere un buon occhio e quindi con questa strategia riesco ad avere dei numeri interessanti, ma so che te li devi sempre conquistare, non è sempre così scontato. In difesa invece gioco principalmente in prima ma quando serve per il turn over posso coprire anche l'esterno destro."
Il tempo passa veloce quando ci si diverte, in questo caso quando la chiacchierata è gradevole, ma sono passate le 20,30 di una domenica sera, per questa volta può bastare.
Benvenuto ai Grizzlies Jesus, ci vediamo presto a Torino.
Prime mosse per i Grizzlies: OSCAR TUCCI
Per gli addetti ai lavori poteva essere prevedile che l’arrivo a Torino di Fabio Sampaolo nel ruolo di GM, avrebbe potuto portare al Passo Buole qualche rinforzo da Macerata, ed infatti ecco il primo annuncio, quello del lanciatore mancino Oscar Tucci. Per il giovane prospetto della Nazionale (Classe 2000, quindi 21 anni), dopo ben 5 stagioni con la squadra marchigiana con nel mezzo un anno di esperienza in Texas con il Clarendon Community College, inizierà a breve la nuova esperienza con i Grizzlies Torino. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente di domenica mattina, non troppo presto per paura di disturbare, ed invece lo abbiamo colto in piena fase di studio. “Ho dovuto interrompere dopo il primo anno la frequentazione del College negli USA a causa del Covid, e così, rientrato in Italia, mi sono iscritto all’università a Chieti, ma se le cose vanno come spero, al termine di questa stagione vorrei tornare negli Stati Uniti per il secondo anno di corso”. E’ iniziata così la nostra conversazione ed inevitabilmente il discorso ha portato a raffrontare i due mondi (quello Italiano e quello Americano) sia sotto il profilo sportivo che scolastico. “A livello scolastico la differenza è che mentre nelle nostre università gli esami sono meno e più distanziati e quindi ti obbligano a studiare per molto tempo temi molto vasti, nel College ci sono molti micro esami ravvicinati, con argomenti più concentrati. Nello sport invece, ed il baseball non fa eccezione, le differenze sono più macroscopiche, siamo al limite del professionismo con strutture molto attrezzate ed una intensità di lavoro altissima; per capirci, almeno 3 volte alla settimana la giornata inizia con sveglia alle 5, subito 45 minuti di palestra ed altrettanti di corsa, poi colazione, scuola e pranzo. Nel pomeriggio allenamento sul campo fino alle 18. E’ intenso, ma nel corso della giornata ci sono dei tempi liberi e se vuoi studiare il tempo lo trovi !” Gli abbiamo chiesto allora come fosse integrarsi in un mondo così diverso e così rivolto al risultato. “All’inizio appena arrivato non è stato facile, persone che non consoci, la lingua, ma sono bastate due tre settimane per integrarmi ed oggi in una comunità eterogenea (Europei, Sud americanima anche ragazzi degli Stati Uniti) mi trovo bene, sia con loro che con i tecnici. Ai ritmi degli allenamenti ti ci abitui in fretta ed il fisico entra automaticamente nella routine degli orari.” Venendo poi al prossimo futuro torinese, con Oscar abbiamo voluto sapere quale fosse il suo grado di conoscenza del gruppo che troverà al Passo Buole. “Conosco bene Giarola col quale abbiamo condiviso l’esperienza in nazionale Under 18 nei Mondiali di Thunder Bay in Canada, poi conosco Oldano che era insieme a me allo Star Show Case in Arizona, ed anche Catalano che ho avuto compagno sempre in nazionale U18; degli altri ho conoscenza di qualcuno a livello di nomi ma non di persona. Conto appena possibile di venire a Torino qualche giorno per conoscere i compagni ed i Dirigenti, e prevedo di stabilirmi in maniera fissa con alcune settimane di anticipo rispetto all’inizio del campionato”. Campionato, una parola magica perché rappresenta un simbolo di battaglia contro la pandemia, e che si ripropone con una formula nuova abbastanza complessa in questo 2021. Per Oscar non sarà un debutto nella massima serie in quanto, con Macerata neopromossa, lo scorso anno aveva già affrontato tutte le squadre di A1. “Confesso che il salto dalla A2 alla A1 è stato notevole, inutile dire che il livello dei battitori è tale che essere messo in difficoltà fa parte della routine, come in tutti gli ambiti bisogna fare esperienza e credo che quest’anno potrò già mettere a frutto quella della stagione passata” Ti sei posto degli obiettivi oppure è ancora troppo presto, gli abbiamo chiesto. “Dei veri obiettivi no, però ho l’aspettativa che si possa fare bene nella prima fase, quella del Qualification Round, mi piacerebbe arrivare tra le prime due del girone per poter accedere al Recovery Round, poi da li in avanti sarebbe tutta una scommessa” Insomma, un giovane di belle speranze, con i piedi per terra e tanta determinazione. Per i Grizzlies un primo innesto importante sul monte, sia come partente ed eventualmente anche come rilievo a seconda di quanto richiederà il calendario. A Sampaolo il compito di completare i ranghi, ad Illuminati quello di assemblare al meglio il gruppo, gruppo che tra qualche giorno inizierà la preparazione nella tenso struttura del Passo Buole dopo la lunga preparazione individuale invernale. Oscar Tucci
San Valentino 2021, una bella storia
Bella storia raccontata dal Corriere della Sera.
Una storia che ci piace particolarmente perchè parla di Baseball e di Softball, parla di Torino e della sua provincia, parla di un amore che è nato al Passo Buole.
Tommaso Giarola, interno dei Grizzlies ed Alice Midiri ricevitore delle Rebels, sono i protagonisti di questa storia.
In attesa di rivederli sui diamanti di casa a difendere i colori delle loro società, vi lasciamo alla lettura.
Alice e Tommaso negli Usa: C’è un amore in casa base.
Dopo l’Illinois, Giarola giocherà a baseball in Nuovo Messico, Midiri in Nebraska per il softball: divisi «solo» da 600 miglia
Per chi gioca a baseball e softball l’America è un sogno ricorrente. Un sogno che i ventenni torinesi Tommaso Giarola e Alice Midiri hanno reso concreto, anche a costo di accettare la lontananza dagli affetti più cari. La loro è la storia di due talenti purissimi del «batti e corri», fidanzati dai tempi delle scuole superiori, due giovani che hanno scelto di emigrare per inseguire le proprie ambizioni.
A casa, a Torino, tutto sarebbe stato più comodo e più facile: ma entrambi hanno dentro il fuoco sacro dei vent’anni. E pazienza se per ora si trovano separati a più di mille chilometri di distanza: «Sappiamo sempre come essere presenti l’uno per l’altra», spiegano Tommaso e Alice. Lui è di Mirafiori Sud, ed è cresciuto nel vivaio dei Grizzlies Torino; Alice è di Condove ed è tuttora tesserata per le Avigliana Rebels. Tutti e due sono partiti per gli States giovanissimi. «Nell’ottobre del 2018 ho partecipato all’International Stars Showcase in Arizona, un evento che si tiene di fronte ad allenatori e scout universitari — racconta Tommaso —. Sono stato notato e ho firmato con il Frontier Community College Bobcats di Fairfield, in Illinois». Le «linci» giocano nel campionato NJCAA, il prodromo della NCAA, il massimo livello di competizione tra college americani che Tommaso scoprirà dal prossimo agosto. Perché pochi giorni fa ha firmato per la Eastern New Mexico University: giocherà per i «Greyhounds», i levrieri. «Il mio sogno è diventare un professionista e arrivare in MLB — confida Tommy —, ma so che è molto difficile. Per questo studio per diventare fisioterapista». Tommaso, un interbase, per molti addetti ai lavori è un grande talento del baseball e fa parte del giro della Nazionale azzurra.
Ma anche di Alice si dice un gran bene. La passione per il softball le è stata trasmessa da mamma Maristella Perizzolo, coach della squadra di A2 delle Avigliana Rebels e della Nazionale italiana Under 15. Il talento e l’intraprendenza fanno il resto. Nel 2019 anche lei ha deciso di trasferirsi negli States accettando l’offerta della McCook Community College del Nebraska per giocare nelle Indian Athletics, NJCAA femminile. Lei è una utility — significa che sul diamante del softball può essere impiegata in più ruoli — ed è l’unica europea nella sua squadra. «Ma la mia aspirazione non è il professionismo — precisa Alice —. Anche perché negli USA c’è una grande sperequazione tra il softball e il dorato mondo del baseball. Io vorrei trovare un lavoro e costruire una famiglia, e per questo studio Business. Certo, mi sto guardando intorno per proseguire il mio percorso negli States anche al termine dell’attuale biennio: il mio sogno è la California, dove non fa freddo come qui in Nebraska, dove di inverno si toccano i venti gradi sottozero».
Il Nebraska e l’Illinois distano quasi dieci ore di automobile, ma Tommaso e Alice rimangono uniti perché condividono uno stile di vita fatto di sacrifici per tenere insieme gli impegni da sportivi di alto livello e da studenti. «Riusciamo a vederci praticamente solo quando torniamo a Torino, in estate e sotto Natale, Covid permettendo — dice Tommaso —. Ma io per lei ci sono sempre, e viceversa». Alice, d’altronde, è una ventenne particolarmente matura: «Siamo fidanzati da sei anni, siamo cresciuti insieme. Ci accomuna la capacità di dare il cento per cento in quello che facciamo e la grande ambizione, anche se io ho scelto di concentrarmi di più sullo studio. Ma i miei pregi compensano i suoi difetti e viceversa. E nei momenti di difficoltà, che ci sono stati e ci saranno, sappiamo come sostenerci». È la vita a stelle e strisce, tra sogni e realtà.