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Assemblea dei Soci ASD Grizzlies Torino 48

Ci sono date che assumono un significato speciale.

L’8 di Marzo appena trascorso, ancora una volta ha visto il mondo dei media e dei social arricchirsi di messaggi che richiamavano principi di rispetto, inclusione, valorizzazione delle donne.

Per i Grizzlies, la scelta di programmare una Assemblea Straordinaria dei Soci l’11 Marzo, quindi il più possibile a ridosso del giorno 8, è stata una decisone ispirata proprio dal punto 1 all’ordine del giorno: la modifica dello statuto con trasformazione della denominazione da BC a BSC, Baseball e Softball Club.

Apparentemente un dettaglio, una letterina aggiunta, in pratica una scelta ricca di significati; da un lato l’espressione volontaristica di lavorare per allargare la base e i numeri del nostro movimento, dall’altra quella di farlo anche e soprattutto con una attenzione dedicata alle ragazze.

Storicamente nella nostra categoria Under 12 Baseball abbiamo spesso avuto ragazzine che competevano senza timori con i maschietti pari età, ma ben diverso è scegliere di avviare un processo che pian piano dovrà portare ad avere una vera squadra di softball.

Ci vorrà del tempo presumiamo, servirà sicuramente un periodo di transizione, perché siamo ben consapevoli che se già il reclutamento è compito arduo, il reclutamento femminile lo è ancora di più, ma vogliamo crederci ed i primi segnali ci confortano.

Dicevamo dello Statuto Societario e della sua modifica; non sarà solo l’apertura al Softball, ma, oltre ad alcuni interventi di carattere operativo e funzionale, sarà soprattutto il richiamo al “Codice Etico” a scrivere una nuova pagina della nostra storia.

Si tratterà di uno specifico documento, appendice allo statuto vero e proprio; l’espressione dei valori e delle linee guida da rispettare da parte del Direttivo, ma anche da parte dei Soci, degli Atleti, dei Genitori, insomma di tutti coloro che su base volontaria o professionale si troveranno a collaborare con la nostra organizzazione.

I documenti saranno pubblicati e consultabili sul nostro sito www.grizzliestorino.it successivamente alla data di approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci convocata per Giovedi 11 Marzo ore 20,30.

Baseball giovanile: ricchezza e divertimento

Lo scorso anno ci fu Giulio, quest’anno, nel 2019 ci sono Luca e Chiara, per il 2020 abbiamo Corrado che si sta preparando.

Chi sono ?

Sono dei semplici ragazzini (o ragazzine) , che fino a 3-4 anni fa, come tanti coetanei, giocavano a calcio o a basket o tennis.

Il caso ha voluto che per conoscenze comuni o passaparola arrivassero al campo da Baseball di Via Passo Buole a Torino.

Da qui la svolta: l’innamoramento, la passione, l’impegno, gli amici, e un campo da gioco che è lo stesso dove gioca la serie A, con la terra rossa sempre perfetta ed un vero manto erboso.

Giulio, Luca,Chiara, Corrado (ma prima di loro Claudio, Tommaso, Daniele, Davide, Federico, e tanti altri), stanno indossando la casacca azzurra della Nazionale, altri loro compagni hanno indossato quella azzurra della selezione Piemontese. Sono tanti, e arrivano tutti dal vivaio dei Grizzlies Torino 48.

In comune hanno tutti la fortuna di andare in giro per l’Italia e per il mondo intero, insieme ad un gruppo di 16 amici, e poi, una volta sul posto, incontrano altri gruppi di coetanei che parlano spagnolo, inglese, tedesco, ceco; prima si sfidano con mazza e guantone, poi fraternizzano sulle gradinate mentre altri ragazzi a loro volta giocano.

Nel Baseball, il nostro sport, tutto ciò è estremamente frequente; tutte le squadre Piemontesi (ma anche nelle altre regioni succede la stessa cosa), ogni anno regalano a tanti ragazzini l’esperienza di essere “selezionati”.

Come si spiega tutto ciò ?

Molto semplice: prima di tutto non ci sono decine di migliaia di ragazzi che praticano il nostro sport, e in seconda battuta il merito è degli allenatori.

I nostri tecnici delle giovanili e delle squadre seniores (Italiani o stranieri che siano), si formano con i migliori professionisti internazionali e grazie alle loro competenze le nazionali seniores di Baseball e di Softball (femminile) sono regolarmente al primo o secondo posto in Europa in alternanza con l’Olanda.

La stessa cosa vale per le nazionali giovanili.

Se il Baseball italiano potesse attingere da un bacino di praticanti più grande, con buona probabilità entrerebbe nelle prime cinque nazioni al mondo, mentre oggi naviga intorno alle migliori 12.

Se qualcuno sta pensando a quanti soldi guadagni un calciatore, noi rispondiamo chiedendo di guardarsi intorno e cercare i Giulio, i Luca, i Corrado che conoscono, cercando tra i compagni di scuola, tra i vicini di casa che sono arrivati a questi guadagni. Nessuno ?

Senza voler tirare in ballo un congruo numero di Italiani che oggi sta vivendo di Baseball professionistico in America o in Messico o in Giappone, noi siamo convinti che l’esperienza di vita di una selezione siano un guadagno sicuro che nessuno potrà più togliere ad un bambino.

E coloro invece che pur giocando e impegnandosi non riescono a raggiungere le selezioni regionali o nazionali ? Che meraviglia, esistono alcune tipologie di raduni chiamati “clinic” o “camp” a seconda dei contenuti, che danno la possibilità di allenarsi per 3 giorni o una settimana con professionisti della major League. Come se oggi vostro figlio potesse lavorare e vivere per una settimana fianco a fianco con Conte o Mancini o Del Piero o Maldini. Indimenticabile.

Certo i nostri campionati sono impegnativi: le partite in trasferta sono spesso lontane, i tornei estivi durano parecchi giorni ed obbligano i ragazzi a dormire fuori casa senza genitori, e il rischio di tornare a casa esausti e senza voce è praticamente una certezza. Solo chi ha voglia di condividere riesce a sopportare tutto ciò.

I nostri ragazzi ci riescono benissimo, e sono loro i primi che accolgono i nuovi arrivati.

Settembre non è poi così lontano, mamme, Papà, pensateci, portate i vostri figli a provare il Baseball.

A partire dai 6 anni, maschi e femmine.

Per informazioni:

www.grizzlies.it

grizzliestorino48@grizzlies.it

348 3057262 Maurizio

 

 

Un giorno da grandi !

Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di sentirsi un personaggio famoso, il vincitore di una competizione importante o più semplicemente di essere considerato molto bravo a fare qualcosa? Sognare non costa nulla, ma c’è il rischio di rimanere delusi se poi a valle ci accontentiamo di sognare senza provare a lanciarci in alcuna avventura. Il mondo dello sport, per rimanere ai sogni, è quello che più stimola la fantasia: calciatore, olimpionico, campione del mondo, record mondiale, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta per fantasticare. Ieri, senza che me ne rendessi conto, sono entrato in un sogno, l’ho vissuto, l’ho goduto, e quando mi sono svegliato era …vero. La presenza della Nazionale di Baseball a Torino per disputare una amichevole con i Grizzlies era un sogno fino a ieri. E’ stato come quel bambino che da sempre desidererebbe ricevere il modellino della Ferrari ed all’improvviso si ritrova davanti Vettel in carne ed ossa, con una rossa fiammante che gli chiede se vuole fare un giro. Va bene, sto giocando di metafore, ma l’esperienza di immergersi di persona, per un giorno, nel mondo dei “grandi” del pur “piccolo” baseball d’Italia è tale, che deve essere radiografata per vederci dentro, non accontentandosi di osservarla come in televisione. Gilberto Gerali, Alessandro Vaglio e Gigi Mignola sono di una disponibilità esagerata; superata l’impasse iniziale rotta da qualche giornalista navigato, le domande fioccano a dirotto poste soprattutto da non addetti ai lavori, incuriositi ed increduli di trovarsi davanti “all’allenatore di una nazionale”. Il tempo passa, la partita si avvicina, io mi preoccupo per gli intervistati immaginando che stiano sulle spine e li invito a lasciare la saletta. No, no, mi dicono, possiamo rimanere, ci fa piacere parlare del nostro sport e descrivervi come lo viviamo. Alla fine si alzano e sono loro a ringraziare me per avergli dato l’opportunità di questo incontro. Si capisce che amano questo sport, non è lavoro, non è vil denaro o immagine. E’ tutto pronto per l’inizio, ma uno, poi due, poi tre e infine quattro “autorita” del mondo della politica mi chiedono dello stadio, della squadra, dei progetti; gli spiego che il motore più potente che esista è quello della passione e se mi aiutano a mettere un po’ di benzina possiamo andare ancora più forte. Fino a ieri li vedevo solo sui giornali o in televisione, oggi sono io al centro della loro attenzione. La partita scorre, la gente fa festa sugli spalti, i fotografi continuano a pestare gli spikes a qualche giocatore transitando nei dugout, la televisione di Rai3 vuole fare le interviste on deck mentre i battitori si alternano nel box, insomma, ci sarebbe di che innervosirsi, ma nessuno dice nulla, anzi … Finisce la partita, il campo è invaso da ragazzini festosi che chissà per quale miracolo, invece di avventarsi sui giocatori, rimangono a distanza, tutti ordinati in attesa che finisca il debriefing di Gerali. Al suo via si scatena l’inferno. Gli eccessi di confidenza si sprecano e chiunque trova modo di chiacchierare come al tavolino di un bar. Sambucci mi racconta che il differenziale tra lanciatori di A2 e di A1 ha condizionato le performance in battuta di una squadra e dell’altra. Chi non è abituato a velocità anche di 90 miglia ha bisogno di alcuni turni per sincronizzarsi con tali velocità, e dall’altra parte succede lo stesso se una veloce rasenta una breaking ball. Vaglio mi parla del suo lavoro di commerciale, un coach mi chiede la foto per sua mamma, l’altro mi domanda di mio figlio. Nessuno ha troppa voglia di andare a casa subito, e la mia preoccupazione di salvaguardare un minimo di privacy cede fragorosamente al rifiuto di cenare in un angolo riservato,” siamo contenti se non ci sono barriere col pubblico” mi viene spiegato. Insomma, tornando alla metafora, su quella Ferrari mi sembra di esserci seduto sopra da una vita e Vettel sembra il mio vicino di casa, che mentre va via mi dice: “siamo stati benissimo, bravi, bel lavoro”, e capisco che è sincero. Quando lo stadio è quasi deserto, trovo il pretesto per fare un giro di controllo; i riflettori spenti trasmettono al prato un fascino misterioso, le luci di servizio in tribuna disegnano sculture con i seggiolini e il caldo del giorno comincia a cedere. Non sarebbe male dormire qui, in fondo sono un Orso, il verde è il mio ambiente; ah dimenticavo, il mio nome è Bear-To , sono la mascotte dei Grizzlies Torino, ed oggi ho vissuto “un giorno da grandi”.

il Punto !

E’ consuetudine fare un punto della situazione quando si arriva a metà di un percorso, o comunque dopo un episodio marcante; in casa Grizzlies l’eccezionalità di un 1° maggio all’insegna del “grande baseball” diventa il pretesto per fare una prima analisi.

La società sta facendo sforzi infiniti per cercare di crescere, nei numeri soprattutto (ci riferiamo al proselitismo fra i giovanissimi), nelle performance sui campi e nell’organizzazione, che poi sta alla base del successo o meno di tutti gli altri punti.

Ieri avere l’onore di ospitare in amichevole il Parma, una delle società più blasonate d’Italia e d’Europa, ed il piacere di contare un pubblico un po’ più numeroso della media, ci ha indotti a pensare di essere sulla buona strada. Conta poco il risultato sul campo che ha naturalmente evidenziato un divario tecnico importante, conta di più che ragazzi di 17-18 anni abbiano provato l’emozione di andare nel box contro mostri sacri, o che alla fine davanti ad un succulento buffet, rookies e veterani, italiani e latini, volontari o appassionati abbiano goduto per ciò che il baseball sa regalare: romanticismo.

Certo dal punto di vista sportivo per la squadra di Illuminati è stato un bel test che ha permesso di far ruotare ben 8 lanciatori + 2 che hanno lanciato per Parma, alcuni dei quali nei roster di squadre in franchigia o esterni invitati per l’occasione.

Non è stato comunque baseball addolcito, perché non sono mancate le giocate spettacolari, come non sono mancati i fuoricampo (compreso uno di Barbero per i Grizzlies); bello anche vedere cosa vuol dire essere un “esterno” che fa la differenza quando già pensi di aver battuto una valida. Insomma, per chi non c’era … si è perso qualcosa.

Ma si parlava di organizzazione ? E allora ecco servita la dimostrazione che in casa Grizzlies non si sta con le mani in mano: Mercoledi 19 Giugno ore 20 arriverà a Torino la Nazionale Italiana di Gilberto Gerali. Nel contempo non è possibile distrarsi perché il campionato è nel vivo e la classifica dice media 625 con 5 vittorie e 3 sconfitte per un secondo posto in condivisione con Brescia; non male.

Non male neppure i giovanissimi dell’Under 12 di Bondavalli, i quali dopo aver brindato al successo nella Western League, guidano la classifica anche in campionato e gioiscono per le convocazioni di 3 giocatori (Blunda, Resca e Falciani) ai try out nazionali.

Sofferenza invece nelle così dette categorie “di mezzo” delle Under 15 e 18. Qui la strada è in salita e i boss Vegni e Giarola dovranno affilare le unghie ai loro “Orsi”.

Nel frattempo si lavora alacremente per l’impianto: da qualche giorno alcune gigantografie nel sottotribune, spiegano ai passanti che cosa si nasconda dieto quella cancellata di Via Passo Buole, un display elettronico annuncia i prossimi incontri sui tre campi e una connessione wi-fi è stata attivata per il pubblico e per funzionalità media in fase di affinamento.

Nuovi volti hanno iniziato a frequentare gli spalti, con curiosità e spesso interesse; speriamo di farli innamorare.

La stampa (scritta e web) sembra interessata a quanto stiamo facendo e ci ricompensa con una buona visibilità che speriamo di rafforzare, magari puntando proprio sui grossi eventi come sarà appunto l’arrivo degli azzurri a Giugno.

Intanto godiamoci questa bella immagine di gruppo realizzata dal bravo Cristiano Gatti.

Conferenza con “gli Olimpici”

 

Succede anche che uno se ne renda conto solo successivamente, e così è stato questa mattina (14 marzo 2019) alla conferenza stampa dei Grizzlies presso la sala del CONI regionale.

Tutto era predisposto per presentare la stagione sportiva in procinto di partire (6 aprile), parlando quindi di allenatori, giocatori, obiettivi, salvo poi che tra gli invitati c’è anche un certo Franco Arese.

Per i troppo giovani elenchiamo solo 12 titoli italiani nelle discipline dagli 800 ai 5000 metri, un titolo di campione d’Europa sui 1500 metri e due olimpiadi. Insomma, un mostro sacro dell’atletica.

In prima fila, seduto quasi al suo fianco, c’è Pierpaolo Illuminati, che di olimpiadi ne vanta soltanto una, ma l’attualità ci insegna quanto sia difficile per il Baseball essere presente alla manifestazione dei cinque cerchi, e forse ancor più conquistare il diritto a parteciparvi.

Dietro ai primi due, si aggira nel frattempo un certo Gian Mario Costa che sta telefonando agli ultimi giornalisti ritardatari. Anche lui nel 1984 ha avuto l'onore di dire "io c'erò", a Los Angeles per la precisione.

I primi due non si conoscevano, e neppure sapevano che avrebbero rapito la platea con i loro interventi.

E’la dimostrazione che quando eccelli nel tuo sport, molto probabilmente sei anche bravo a parlarne.

Il terzo oramai lanciato nelle prove generali da "Dirigente" si gode gli interventi che ha contribuito ad organizzare.

A quel punto realizzo: 3 atleti olimpici insieme in una sala, e per promuovere il baseball, una congiunzione astrale praticamente !

Arese è stato inarrestabile, partendo dai sui legami familiari con il softball, fino ai suoi allenamenti nei dintorni del Passo Buole che lo portavano a guardare con occhi curiosi attraverso la cancellata, ma soprattutto ha spiegato che lo sport è cambiato e sempre continuerà a cambiare; regole, attori, mode, politica, tecnologia, marketing, insomma solo chi sa innovare e rinnovarsi potrà sopravvivere e crescere.

E dopo aver ascoltato con interesse l’intervento di Orlando Vegni che parlava di stadio, di Internet, di serie A1, di grandi eventi di richiamo e naturalmente di giocatori e tecnici, non ha potuto Arese che fare i complimenti alla società, rimarcando tra l’altro come le origini del baseball e quindi dei Grizzlies (e del Fossano presente in sala in quanto parte attiva di un progetto di collaborazione a tre che include anche i Rebels di Avigliana), li pongano tra le società sportive più “anziane”.

Di Illuminati invece hanno sorpreso l’incisività e la franchezza con le quali ha valutato le poche settimane di lavoro, sia con la squadra in senso giocatori, sia verso la società che sta cercando di assecondarlo nelle richieste. Molto interessanti le valutazioni tecniche sui nuovi giocatori in arrivo, talmente positive da far sognare i tifosi per un futuro prossimo di alto livello.

I Grizzlies in questa conferenza hanno giustamente dato visibilità alle aziende sostenitrici, proprio la Kahru di Arese è una di queste, ed avrà in carico la vestizione del pre e post game della squadra, mentre tutta una rete di sponsor tra i quali Ballario Trasporti come “main” più altri a supporto, saranno presenti su quello che è stato battezzato “Green wall” e che sarà utilizzato come sfondo per le videointerviste.

La conferenza si è poi soffermata sugli eventi “che fanno immagine” quali lo stage giovanile dell’USSSA in preparazione per l’estate, gli European Master Games di fine luglio e l’amichevole del 1° maggio contro il Parma Clima che dovrà servire da traino al torneo di qualificazione olimpica di settembre.

Non mancano le idee in casa Grizzlies, e neppure l’ambizione; il rinnovato direttivo, fortemente motivato, pur con fatica sta lavorando alacremente per riportare a Torino il baseball che conta.

 

PRENDE FORMA LA STAGIONE 2019

Durante il consiglio federale odierno, sono stati ufficializzati i gironi dei campionati nazionali, tra i quali naturalmente quello di serie A2 che vede coinvolti i nostri colori; 6 squadre per ogni girone (4 in totale) con un criterio di territorialità che però con la classica eccezione che conferma la regola, destina ancora una volta nel nostro girone il Cagliari.

Se gli isolani da un lato sono compagine gradita e simpatica, dall’altro loro malgrado obbligano ad una trasferta dispendiosa che tutti vorrebbero evitare.

Compensa fortunatamente l’arrivo dei vicini di casa del Settimo, neo promossi, e tra gli altri gli Orsi ritroveranno il Bollate, Senago e Brescia già incontrati nel 2018.

Prossimamente, appena disponibili aggiorneremo il nostro sito www.grizzlies.itcon i calendari e il percorso che porterà allo sviluppo dei campionati fino alle finali.

Nel corso della stessa riunione del consiglio federale, c’è poi stata una importante ratifica che riguarda da vicino la nostra società; infatti l’elezione di Barbara Zuelli alla Presidenza del Comitato Regionale Emilia Romagna, ha portato la nostra Michela Passarella ad assumere il ruolo di Coordinatore delle strutture regionali della Fibs. Un riconoscimento che premia la passione e la profusione di tempo che Michela sta destinando al batti e corri sia come dirigente di società che come Direttrice dell’Accademia Regionale e collaboratrice del Comitato Regionale.

GUARDARE IL BASEBALL CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO

Baseball per principianti

Un pomeriggio passato a guardare asteroidi lanciati nel cielo

Claudio Marinaccio – La Stampa

«Papo, quella palla sembra un asteroide che va in cielo» così mio figlio commenta il primo fuori campo che ha visto nella sua vita. Siamo seduti di fianco alla panchina dei Grizzlies Torino 48 che si sta giocando l’accesso alla serie A1 contro il Castenaso Baseball. Se da una parte si sente spesso «Forza Ciccio» dall’altra è più frequente un «Vamos Carlitos». Si potrebbe scrivere moltissimo sul suono che si sente quando il battitore colpisce la palla tirata dal lanciatore. Un suono secco, potente. Un “tok” che sembra allo stesso tempo uno strike fatto a bowling e un colpo da biliardo perfetto. In fondo è l’unione tra la forza fisica e l’abilità tecnica. Potenza e precisione che si racchiudono in un istante. Un decimo di secondo in cui la mazza e la pallina sono fuse assieme per poi salutarsi con un semplice arrivederci o con un più raro addio

Mio figlio osserva come solo i bambini sanno fare, focalizzandosi spesso sui dettagli che sembrano irrilevanti. Guarda con interesse questo sport nuovo per lui. Non ha mai visto una partita dal vivo e mi domanda ripetutamente cosa succederebbe se una palla dovesse colpire un pullman fuori dallo stadio. “Gli farebbero la multa perché non ha il biglietto” dico cercando di farlo ridere, ma non lo convinco. 

Fabio, il giovane bat boy (nel baseball – più o meno – svolge il ruolo del raccattapalle nel calcio) è un bambino educatissimo con il caschetto in testa e vestito con la divisa dei Grizzlies che gli spiega un po’ le regole del gioco. A me piace osservare come il lanciatore comunica con il ricevitore. Il primo è sopra il monte di lancio, un rialzo di terra che lo mette al centro della scena. Il secondo – invece – è in ginocchio completamente bardato come un moderno cavaliere medievale. I due si parlano attraverso segni e smorfie, cenni del capo e movimenti delle dita. Questo mi ha fatto venire in mente quando mio nonno mi cercava di insegnare i segni per vincere in coppia a briscola. Una volta in un vecchio bar mi stava cercando di dire che aveva un asso ma io – per un istante – avevo pensato che gli stesse per venire un ictus. 

Il mio rapporto con il baseball è strano. Forse è – insieme al football americano – uno sport di cui ho iniziato a interessarmi attraverso il cinema e i libri. Soprattutto “Il migliore” di Bernard Malamud e per quello che rappresenta in “Underworld” di Don DeLillo. Ma anche perché il baseball fa parte di un aspetto culturale fortemente radicato nella cultura statunitense e di conseguenza di quello che ho visto e letto.

Uno sport con tempi strani. Lenti a volte, persino immobili ma capace di situazioni inattese e accelerazioni violente.

Vederlo dal vivo è una cosa che merita di essere fatta. Uno sport perfetto per essere raccontato e rappresentato. Mio figlio – intanto – batte il cinque a tutti i giocatori della squadra di casa. Indossa la divisa verde dei Grizzlies Torino 48 e rimane attaccato alla rete cercando di vedere un altro fuori campo. 

«Papo, papo! Guarda!» 

Tok e un altro asteroide esce fuori dallo stadio per finire chissà dove. È bellissimo da vedere anche se spero che non colpisca la mia automobile parcheggiata.

Per onore della cronaca il Castenaso Baseball vincerà Gara 1 e 2. 

GRIZZLIES: CONDIVISIONE DI RISORSE

Il doppio rush finale in campionato dei Grizzlies Torino 48 in serie A2 e nella categoria Under 18, ha inevitabilmente posto alla società un problema di gestione delle risorse per affrontare al meglio e possibilmente in maniera redditizia la fase di post season. La società di Via Passo Buole ha da sempre dichiarato di puntare per la squadra seniores sui giovani, siano essi quelli del vivaio degli orsi, ma anche quelli provenienti da altre squadre di comuni o regioni limitrofe. E così, sotto la guida di alcuni giocatori di esperienza è nata nel 2015 la squadra che dalla serie C è salita in A2, senza l’apporto di alcun giocatore straniero.

Oggi alcuni di quei giovani che nel 2015 avevano quindici anni sono punti fermi della formazione di Massimiliano Rosso e pur rientrando a livello anagrafico sotto il limite dei 18 anni, di fatto poche volte in stagione hanno supportato i coetanei della Under 18 i quali, a questo punto con merito ancora maggiore, si sono conquistati il diritto a lottare nella post season che porta al titolo nazionale di categoria.

Un doppio obiettivo pertanto per la Società, che da un lato non smette mai di sondare realtà industriali e commerciali del territorio per trovare quel budget economico che potrebbe permettere nuovamente a Torino di puntare al massimo campionato di A1, mentre dall’altro è sempre alla ricerca di risultati di prestigio a livello giovanile.

Inevitabile quindi il gioco di equilibrismo tecnico-tattico che i tecnici ed i dirigenti hanno dovuto affrontare per via della quasi contemporaneità degli incontri, incontri che si disputeranno per la A2 a Torino nel pomeriggio di sabato alle 15,30 e poi in serata alle 20,30 , mentre la Under 18 sul campo neutro di Lodi inizierà al mattino contro i romagnoli del Torre Pedrera per chiudere il triangolare (sulla base del risultato) nel primo o nel tardo pomeriggio contro il Bolzano.

Quali saranno le scelte di campo lo scopriremo sabato ma con buona certezza immaginiamo un filo diretto telefonico che unirà il Passo Buole con Lodi nell’auspicio che il problema della condivisone di risorse si riproponga ancora la prossima settimana.

Un week end da ricordare

Finisci la settimana lavorativa e stai già pensando al week end, e sai già che sarà denso di impegni sportivi, ma in fondo non è una novità, è cosi dal fine marzo quando la stagione del baseball bussa.

Però non pensi che potrà essere un week end speciale, di quelli tipo allineamento dei pianeti che avviene solo per sovrapposizione di un tot di circostanze casuali e fortuite. E così alla domenica sera, esausto e bruciacchiato dal sole ti ritrovi a conteggiare: un atleta campione d’Europa Under 12 con la nazionale, la squadra Under 18 che a sorpresa mette dietro di se le favorite e si qualifica ai play off nazionali, i piccolini della Under 12 che dopo 3 giorni di battaglia vincono la finale di un torneo, la Under 15 che pareggia divertendo e in ultimo la squadra seniores, in crisi d’identità, che si ricorda di avere un orso come simbolo e legna alla grande per ben due volte la seconda in classifica del girone. Fortuna ? Casualità ? Orgoglio ? Determinazione ? Di tutto un po’ naturalmente perché il nostro sport richiede il cuore, il cervello, l’anima, ma anche le gambe i muscoli e qualche volta il fattore C, fattore quest’ultimo, che oggi senza presunzione ha avuto un peso specifico minimo. E allora un bravo ai giocatori ed ai loro tecnici (compresi quelli che oggi scendevano in campo a sostituire gli indisponibili), e brava Società che in mezzo a mille fatiche organizzative trova da questi successi l’energia per pensare … al prossimo week end. 

Per la cronaca:

1) Giulio Meloni e la Nazionale Under 12 vincono 11-0 la finale per il titolo europeo contro la Repubblica Ceca
2) I Grizzlies Under 18 nello scontro “io o te” contro il Piemonte Orientale vincono 9-3 e accedono ai play off nazionali di Settembre
3) Al Torneo dei 2 laghi in Avigliana gli Orsetti sconfiggono per 9-8 al tie break, i Lions di Nettuno Campioni d’Italia in carica Under 12 e si aggiudicano finale e trofeo.
4) 1-1 a Castellamonte per la Under 15 malgrado le numerose assenze ben rimpiazzate da alcuni prestiti Under 12
5) Grandinata di valide in gara 1 per la serie A2 che vince a Senago 1-9 e poi replica nel pomeriggio vincendo al decimo inning per 2-4 dopo che le nove riprese regolari erano finite sull’inconsueto risultato di 0-0.

 

 

IL GRANDE SOGNO

Tommaso Giarola ha un grande sogno: diventare un giocatore di baseball. Un sogno intrapreso da bambino e coltivato per tanti anni nelle giovanili dei Grizzlies Torino 48; un desiderio che l’ha condotto persino negli Stati Uniti. Tommaso compirà 18 anni a ottobre e il 31 maggio scorso è tornato in Italia dopo aver trascorso il quarto anno delle superiori a Casa Grande, cittadina situata nel deserto dell’Arizona non lontana dal confine con il Messico. Qui ha frequentato la Vista Grande High School giocando negli Spartan, la squadra del liceo.

È stato proprio il coach della scuola a chiamarlo, dopo averlo osservato nell’autunno del 2016 durante un try out disputato a Phoenix, cui Tommaso aveva partecipato con un gruppo di ragazzi europei. Così il primo agosto dell’anno scorso è atterrato negli States e ha iniziato la sua avventura americana. Sveglia alle 5 ogni mattina, allenamento in palestra, giornata in classe dalle 8 alle 15, tre ore di campo nel pomeriggio, nuova seduta in palestra e finalmente a casa, per studiare e riposare.

«Abbiamo disputato alcuni tornei e il campionato locale – aggiunge il giovane interbase torinese, unico italiano del team e titolare dalla prima all’ultima partita. Anche grazie alle sue ottime statistiche in battuta la squadra si è qualificata ai playoff, raggiungendo il miglior risultato della sua giovane storia. Non solo, Tommaso è stato selezionato tra i più forti giocatori dell’Arizona per disputare un All Star Game, il 29 maggio.

«È stata un’esperienza incredibile – commenta – lì il baseball è vissuto in maniera professionistica, a livello di staff, di programmazione degli allenamenti. C’è tanta concorrenza all’interno del roster e per emergere bisogna sempre dare più del centro per cento». «E anche al di là dell’aspetto sportivo questi dieci mesi mi hanno insegnato molto – aggiunge – ho scoperto un mondo e una cultura diversi da quelli italiani. Soprattutto, vivendo ospite in famiglia, in un paese straniero e con una lingua diversa, ho imparato a essere più autonomo».

Ha già ricevuto un paio di proposte per il college, ma prima di tornare in America concluderà il liceo a Torino. Qui ha iniziato a giocare e qui, molti anni prima, il papà Maurizio ha militato nella William Lawson, storica formazione della città. Tommaso ricorda ancora il primo approccio con il baseball: «ero in prima elementare e un istruttore dei Grizzlies venne a presentare l’attività nella mia scuola – racconta – facendo l’appello vide il mio nome e mi chiese se ero figlio di Maurizio Giarola, giocatore che lui stesso aveva allenato».

Quando tornò a casa il papà gli raccontò tutta la sua storia. Di come iniziò a giocare nel periodo della scuola media, quando Orlando Vegni, attuale direttore sportivo dei Grizzlies e allora istruttore, andò nella sua classe a presentare la disciplina, semisconosciuta nella Torino degli anni ’70. E di quando nei primi anni ’80 entrò nel gruppo dei probabili olimpici per i Giochi di Los Angeles del 1984, ma dovette poi rinunciare a causa di un brutto infortunio. Con l’università Maurizio smise di giocare, ma è riuscito ugualmente a trasmettere passione e talento ai propri figli: Tommaso e Filippo.

«È stata un’esperienza incredibile – commenta – lì il baseball è vissuto in maniera professionistica, a livello di staff, di programmazione degli allenamenti. C’è tanta concorrenza all’interno del roster e per emergere bisogna sempre dare più del centro per cento». «E anche al di là dell’aspetto sportivo questi dieci mesi mi hanno insegnato molto – aggiunge – ho scoperto un mondo e una cultura diversi da quelli italiani. Soprattutto, vivendo ospite in famiglia, in un paese straniero e con una lingua diversa, ho imparato a essere più autonomo».

Ha già ricevuto un paio di proposte per il college, ma prima di tornare in America concluderà il liceo a Torino. Qui ha iniziato a giocare e qui, molti anni prima, il papà Maurizio ha militato nella William Lawson, storica formazione della città. Tommaso ricorda ancora il primo approccio con il baseball: «ero in prima elementare e un istruttore dei Grizzlies venne a presentare l’attività nella mia scuola – racconta – facendo l’appello vide il mio nome e mi chiese se ero figlio di Maurizio Giarola, giocatore che lui stesso aveva allenato».

Quando tornò a casa il papà gli raccontò tutta la sua storia. Di come iniziò a giocare nel periodo della scuola media, quando Orlando Vegni, attuale direttore sportivo dei Grizzlies e allora istruttore, andò nella sua classe a presentare la disciplina, semisconosciuta nella Torino degli anni ’70. E di quando nei primi anni ’80 entrò nel gruppo dei probabili olimpici per i Giochi di Los Angeles del 1984, ma dovette poi rinunciare a causa di un brutto infortunio. Con l’università Maurizio smise di giocare, ma è riuscito ugualmente a trasmettere passione e talento ai propri figli: Tommaso e Filippo.