E’ FINALE !

Un grosso errore da evitare nel mondo dello sport è quell’idea di partire battuto quando sai di dover affrontare un ostacolo difficile, ed è secondo solo a quello di essere troppo presuntuosi o spregiudicati.

Bene, come la metteranno i Grizzlies cui il destino ha messo di fronte nella finale promozione serie A1 quel Castenaso (BO) che, statistiche alla mano, risulta essere la miglior squadra del campionato di A2 ?

Media battuta, Punti segnati, Home Run, ERA Lanciatori, numeri da paura !

Che sia una Mission Impossible è il pensiero più ovvio, poi però ci si ricorda che il Baseball è poesia perché sa scrivere pezzi di storia al limite dell’inverosimile, e allora prevale la gioia di poter anche solo contendere lo scettro al migliore, la voglia di provare a rendere dura la vita alla favorita, la soddisfazione di lasciare al piatto un battitore scomodo, il desiderio di piazzare una valida ad un lanciatore intoccabile, e alla fine dovesse essere stao anche solo un piacevole episodio inutile ai fini del risultato, pazienza, sarà stato bello averci provato.

Tra sabato e domenica gli Orsi in quel di Viterbo hanno dato tutto, hanno ripetuto il successo largo nella partita pomeridiana (1-10) sapendo che poi con Ochoa sul monte avrebbero sofferto in gara quattro (5-0).

A quel punto con la serie in perfetta parità (2 vinte a testa) diventava una incognita gara 5 dove le prestazioni dei bullpen potevano far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.

E così dopo l’ottimo complete game di Di Taddeo in gara 3, sono stati Lomonte, Meschini e D’Emanuele a tenere sotto scacco i battitori avversari, mentre nel box lo stato di grazia di Giarola, Pascoli Matteo, Fornari e Modica hanno trascinato la squadra ad una vittoria per 7-15 che ha fatto esplodere di gioia il dugout torinese.

E’stato un campionato pazzo quello dei Grizzlies, con una formula a gironi che obbligava a non arrivare ultimi per evitare la discesa in B e nel contempo portava ai play off le prime quattro, formula che ha indotto più di una società a fare delle “valutazioni” in un mix di ambizione e possibilità economiche.

La squadra di Rosso in Regular season ha navigato sulla cresta delle onde cercando in primis di non essere travolta fino a trovare alla fine un inaspettato terzo posto.

In questo contesto si può dire che a Torino abbia vinto la voglia di fare sport, quella stessa voglia che ti spinge a sacrificare tutto per fare un allenamento in più, per non pensare ai dolori fisici o a tutti quegli anni che hai già regalato al diamante. Ha vinto la voglia di dimostrare chi sei, con la consapevolezza di amplificare i costi di gestione di stagioni sempre più insopportabili dalle finanze delle società, nessuna esclusa.

E cosi sabato al Passo Buole sarà finale !

Si aspetta un pubblico da grande evento perché nel bene o nel male lo spettacolo sarà garantito, ma i Grizzlies hanno già vinto la loro partita, rimane solo la voglia di provare a sognare.

Giulio Meloni, il baseball e un sogno senza età

Trascriviamo con piacere il bellissimo articolo di LUCA BIANCO scritto per il portale web SPORTORINO.

“Dodici anni e il cuore pieno di paura” cantava Francesco De Gregori in un suo famoso brano per descrivere l’esordio del piccolo Nino su un campo di calcio. E con le stesse parole avrebbe potuto raccontare la prima esperienza in nazionale di Giulio Meloni, classe 2006, giovanissimo giocatore dei Grizzlies Torino 48 impegnato l’estate scorsa nei Campionati Europei under 12. Una grande emozione, per la maglia azzurra e per l’importanza dell’evento, il primo internazionale di una carriera cominciata da poco. Giulio si è presentato sul monte di lancio e poi in battuta con un po’ di agitazione; ma proprio come il Nino di quella canzone, che tira in porta e realizza un gol, ha messo a segno diversi strike e anche alcune valide, grazie alla tensione che taglia il respiro ma che permette di dare il meglio nel momento decisivo. Non ricorderà la trasferta europea di Budapest soltanto per i match disputati o per il titolo finale della nazionale italiana. Dalla capitale ungherese Giulio è ripartito con più energia e voglia di giocare, con più sicurezza e determinazione, con il desiderio di respirare nuovamente l’atmosfera di certe partite; è tornato a casa con tante nuove amicizie da coltivare nel tempo.

Sabato scorso era allo stadio di via Passo Buole per la semifinale playoff tra Grizzlies Torino 48 e Rams Viterbo e tra una corsa e l’altra con gli altri ragazzi in giro per l’impianto (in cui ormai si sente come a casa) guardava qualche azione in campo. “Certo arrivare un giorno a vestire la maglia della prima squadra nel campionato di serie A sarebbe già un bel traguardo” assicura, “ma il mio sogno è andare a giocare negli Stati Uniti”. Dopo la pausa estiva di agosto ha ricominciato ad allenarsi – tre volte a settimana, due con l’under 12 guidata da Pierdomenico Bondavalli, il coach con cui è cresciuto, e una con l’under 15 – e lunedì inizierà la seconda media. Proprio a scuola gli capitò l’occasione di conoscere il baseball: “in prima o seconda elementare” ricorda, “un compagno di classe mi regalò una mazza e una palla giocattolo, io le abbandonai a casa ma dopo un paio d’anni le tirai fuori per provare”.

“Mi divertivo, così i miei genitori cercarono una società nella quale farmi giocare e trovarono i Grizzlies” prosegue, “le prime cose che si insegnano ai bambini sono le regole e i movimenti di lancio e battuta e poi con il tempo ci si allena per migliorarli e perfezionarli”. Papà Emilio e mamma Cristiana non conoscevano quasi il baseball ma con il tempo Giulio ha trasmesso loro la sua passione; oggi sono i suoi primi tifosi e non soltanto perché assistono a tutte le partite. Dopo i provini per la selezione regionale andati così così sono stati loro a incoraggiare il figlio affinché partecipasse ai raduni di selezione per la nazionale giovanile, superati brillantemente fino alla convocazione per gli Europei under 12.

“Ci speravo tanto ma non me l’aspettavo” ammette Giulio, che nella prima settimana di luglio è quindi volato a Budapest vivendo un’esperienza fantastica con altri 19 ragazzi provenienti da tutta Italia. “Abbiamo giocato insieme, vissuto insieme, siamo diventati amici” conclude, “da allora ci sentiamo spesso e ci diamo appuntamento nei vari tornei organizzati durante l’anno”. Come i suoi compagni di nazionale Giulio continua a vivere la passione per il baseball con serietà e impegno, con la spontaneità di un ragazzo di dodici anni ma con le idee molto chiare; coltiva il sogno di tornare a vestire la maglia azzurra, un’emozione che accomuna atleti grandi e piccoli.

Luca Bianco

 

 

Under 18: nulla da fare !

Non basta la bella vittoria per 11 a 5 contro il Bolzano per accedere alla fase successiva dei play off nazionali.

Nel concentramento di Lodi si qualificano i Romagnoli del Torre Pedrera che dopo aver vinto 7-4 contro i Grizzlies, hanno stritolato il Bolzano 10 a 0 in cinque riprese.

Sicuramente meritevoli i Romagnoli che hanno dimostrato solidità in tutti i reparti, ma Torino deve recriminare sulle prime due riprese disgraziate che sono costate i 7 punti che alla fine decreteranno la sconfitta.

In effetti dalla terza ripresa i Torinesi guidati in campo da Maurizio Giarola sono entrati in partita, e sono stati capaci di mettere pressione alla difesa avversaria inducendola ad errori che hanno portato ad accorciare il distacco fino al purtroppo inutile 7-4.

Come previsto dal calendario subito in campo contro Bolzano la perdente e i Grizzlies schierano sul monte per la prima volta in stagione Ceppi di solito impiegato all’esterno centro; la partita è scoppiettante su entrambi i fronti perché i battitori sono caldi ed al terzo inning il tabellone recita 5-5.

Ma si intuisce che Torino può scappare da un momento all’altro e così sarà già dal quarto inning; Biffardi prima e Gai nelle ultime tre difese non lasciano spazio all’attacco di Bolzano che non punge più, mentre gli Orsi motivati da un possibile calcolo del TQB in caso di successiva vittoria di Bolzano contro i Romagnoli spingono nel box e portano a casa l’11 a 5 che rivelerà comunque inutile ai fini del passaggio del turno.

Play Off: 1-1 contro Viterbo

Si chiude in pareggio la prima sfida tra Grizzlies e RAMS Viterbo

Una partita vinta ed una persa è il bilancio dopo il primo week end di play off in serie A2 per la squadra cittadina di Baseball.

Nella partita pomeridiana gli Orsi sono stati devastanti vincendo 12 a 1.

Ben 19 battute valide (contro 5) con Fornari e Pascoli Matteo in particolare evidenza; i lanciatori italiani laziali non sono riusciti a contenere il line up torinese e la gara è sempre stata in discesa con vantaggio acquisito sin dalla prima ripresa e consolidato inning su inning.

Sul fronte difensivo Lomonte ha dominato dalla collinetta, lanciando 6 riprese e concedendo solo 1 punto e 3 basi ball a fronte di 6 strike out.

Tutta un’altra storia la partita serale con entrambi i lanciatori partenti a fare da prime donne: Di Taddeo scenderà dopo 7.2 riprese con 12 strike out all’attivo e quattro valide concesse, e analogamente farà il Venezuelano Ochoa dopo 7.0 riprese.

Si arriva così al nono inning con il tabellone inchiodato sullo 0-0 e nel frattempo i Grizzlies hanno già inserito Meschini sul monte.

L’ultimo attacco ospite inizia subito con una eliminazione, ma sarà illusoria perché dopo un singolo che induce Rosso ad inserire Migliorini e successivamente Costa e ancora D’Emanuele, ci saranno ben tre basi ball e due colpiti a scavare un solco da 3 punti.

Indolore per Viterbo l’ultimo attacco Grizzlies, con il closer Andretta che compie egregiamente il proprio dovere e porta a casa a la salvezza.

Finale 0-3 sicuramente amaro, ma che lascia la convinzione di essere all’altezza della situazione.

Ora la serie si sposta in Lazio e sarà interessante vedere la reazione dei Torinesi e soprattutto la risposta dei bull pen nel caso si dovesse arrivare a gara 5.

GRIZZLIES: CONDIVISIONE DI RISORSE

Il doppio rush finale in campionato dei Grizzlies Torino 48 in serie A2 e nella categoria Under 18, ha inevitabilmente posto alla società un problema di gestione delle risorse per affrontare al meglio e possibilmente in maniera redditizia la fase di post season. La società di Via Passo Buole ha da sempre dichiarato di puntare per la squadra seniores sui giovani, siano essi quelli del vivaio degli orsi, ma anche quelli provenienti da altre squadre di comuni o regioni limitrofe. E così, sotto la guida di alcuni giocatori di esperienza è nata nel 2015 la squadra che dalla serie C è salita in A2, senza l’apporto di alcun giocatore straniero.

Oggi alcuni di quei giovani che nel 2015 avevano quindici anni sono punti fermi della formazione di Massimiliano Rosso e pur rientrando a livello anagrafico sotto il limite dei 18 anni, di fatto poche volte in stagione hanno supportato i coetanei della Under 18 i quali, a questo punto con merito ancora maggiore, si sono conquistati il diritto a lottare nella post season che porta al titolo nazionale di categoria.

Un doppio obiettivo pertanto per la Società, che da un lato non smette mai di sondare realtà industriali e commerciali del territorio per trovare quel budget economico che potrebbe permettere nuovamente a Torino di puntare al massimo campionato di A1, mentre dall’altro è sempre alla ricerca di risultati di prestigio a livello giovanile.

Inevitabile quindi il gioco di equilibrismo tecnico-tattico che i tecnici ed i dirigenti hanno dovuto affrontare per via della quasi contemporaneità degli incontri, incontri che si disputeranno per la A2 a Torino nel pomeriggio di sabato alle 15,30 e poi in serata alle 20,30 , mentre la Under 18 sul campo neutro di Lodi inizierà al mattino contro i romagnoli del Torre Pedrera per chiudere il triangolare (sulla base del risultato) nel primo o nel tardo pomeriggio contro il Bolzano.

Quali saranno le scelte di campo lo scopriremo sabato ma con buona certezza immaginiamo un filo diretto telefonico che unirà il Passo Buole con Lodi nell’auspicio che il problema della condivisone di risorse si riproponga ancora la prossima settimana.

La sorpresa che non ti aspetti

Per primi dopo la trasferta di Cagliari, avevamo dato per più che probabile il quarto posto dei Grizzlies nel proprio girone in serie A2 e puntuale come un tuono dopo il lampo arriva la smentita: grazie alla vittoria in gara 1 contro Bollate e grazie alla contemporanea doppia sconfitta del Brescia contro Codogno, gli Orsi hanno agganciato a media 406 proprio i Bresciani attestati al terzo posto. Il regolamento prevede in questo caso che si tenga conto degli scontri diretti ed in caso di ulteriore equilibrio del TQB, vale a dire un calcolo così articolato: Punti fatti rapportati agli inning offensivi giocati, cui va sottratto il risultato tra punti subiti rapportati agli inning difensivi. E la matematica ha premiato Torino, soprattutto grazie alla vittoria sul Brescia per manifesta per 12 a 2 in sette riprese nella gara due disputata a fine giugno, gara che ha pesantemente influito sul calcolo. A sorpresa pertanto i Grizzlies chiudono la regular season al terzo posto, e troveranno come sfidante al primo giro play off il Rams di Viterbo classificatasi seconda nel girone D. Dal punto di vista della preparazione poco cambierà rispetto ad incontrare il Macerata, anche perché proprio nell’ultima di campionato i Laziali hanno vinto di misura entrambe le partite contro i marchigiani capo classifica, cosa che lascia presagire un turno sicuramente ostico. Resta da complimentarsi con la squadra, che dopo aver vissuto momenti difficili, ed anche dopo aver sprecato qualche occasione per abbandonare la zona pericolosa della classifica, ha saputo reagire sul finale. Da qui in avanti sarà tutto un “di più “ che permetterà di giocare con serenità.

Traguardo all’orizzonte per i Grizzlies in serie A2

Sabato 4 agosto in Via Passo Buole andrà in scena l’ultimo atto della Regular Season 2018 campionato di baseball serie A2 girone A. I Grizzlies, agguantata nel week end scorso la quarta posizione in classifica, si sono matematicamente inseriti nei play off di settembre. Sono state le due vittorie per manifesta (1-12 e 4-17) contro il Cagliari a proiettare la squadra di Rosso verso una insperata Post Season. Davanti ai Grizzlies in terza posizione c’è il Brescia con una sola vittoria in più rispetto agli Orsi. Considerando che Brescia avrà di fronte nell’ultimo doppio incontro un Codogno matematicamente retrocesso, diventa difficile pensare ad un passo falso, ed inoltre i Grizzlies per l’ultima fatica dovranno fronteggiare la corazzata Bollate in testa al girone; questo significa che con buona probabilità i giochi sono fatti e la classifica finale ragionevolmente rimarrà quella attuale, cosa che metterebbe di fronte ai Grizzlies in post season il Macerata dominatore del girone D. Vero comunque che nel baseball vale più che per ogni altro sport il detto “non è finita fin che non è finita” e quindi nel caso si verificasse un ribaltone alla terza classificata spetterebbe la seconda del girone D che è il Viterbo; sabato sera il verdetto definitivo.

Tornando alla trasferta isolana, i Grizzlies che dovevano in primis fare risultato per non essere risucchiati nella zona retrocessione, hanno finalmente mostrato il loro valore nel box di battuta e con 10 valide per ogni partita hanno portato Cagliari ad alternare svariati lanciatori sul monte per cercare di arginare la buona vena dei battitori.

Da citare le performance di Fornari e Giarola in gara 1 rispettivamente con 3/5 e 2/4, mentre nella gara della domenica sono stati Modica (3/4) e Giordana (2/2) a mettersi in evidenza, entrambi con 4 punti battuti a casa.

Bene il monte di lancio con Di Taddeo che ha lanciato 5 riprese nella partita di sabato chiusa poi da un efficace D’Emanuele negli ultimi due inning, mentre la domenica sul monte si sono avvicendati Lomonte (oramai una conferma) e Damiano Tua.

Contro Bollate sabato sarà sicuramente più dura, i milanesi infatti annoverano nel line up tantissimi giocatori con media sopra .300 e ci si aspetta che vogliano chiudere in bellezza una stagione più che brillante.

 

 

Un week end da ricordare

Finisci la settimana lavorativa e stai già pensando al week end, e sai già che sarà denso di impegni sportivi, ma in fondo non è una novità, è cosi dal fine marzo quando la stagione del baseball bussa.

Però non pensi che potrà essere un week end speciale, di quelli tipo allineamento dei pianeti che avviene solo per sovrapposizione di un tot di circostanze casuali e fortuite. E così alla domenica sera, esausto e bruciacchiato dal sole ti ritrovi a conteggiare: un atleta campione d’Europa Under 12 con la nazionale, la squadra Under 18 che a sorpresa mette dietro di se le favorite e si qualifica ai play off nazionali, i piccolini della Under 12 che dopo 3 giorni di battaglia vincono la finale di un torneo, la Under 15 che pareggia divertendo e in ultimo la squadra seniores, in crisi d’identità, che si ricorda di avere un orso come simbolo e legna alla grande per ben due volte la seconda in classifica del girone. Fortuna ? Casualità ? Orgoglio ? Determinazione ? Di tutto un po’ naturalmente perché il nostro sport richiede il cuore, il cervello, l’anima, ma anche le gambe i muscoli e qualche volta il fattore C, fattore quest’ultimo, che oggi senza presunzione ha avuto un peso specifico minimo. E allora un bravo ai giocatori ed ai loro tecnici (compresi quelli che oggi scendevano in campo a sostituire gli indisponibili), e brava Società che in mezzo a mille fatiche organizzative trova da questi successi l’energia per pensare … al prossimo week end. 

Per la cronaca:

1) Giulio Meloni e la Nazionale Under 12 vincono 11-0 la finale per il titolo europeo contro la Repubblica Ceca
2) I Grizzlies Under 18 nello scontro “io o te” contro il Piemonte Orientale vincono 9-3 e accedono ai play off nazionali di Settembre
3) Al Torneo dei 2 laghi in Avigliana gli Orsetti sconfiggono per 9-8 al tie break, i Lions di Nettuno Campioni d’Italia in carica Under 12 e si aggiudicano finale e trofeo.
4) 1-1 a Castellamonte per la Under 15 malgrado le numerose assenze ben rimpiazzate da alcuni prestiti Under 12
5) Grandinata di valide in gara 1 per la serie A2 che vince a Senago 1-9 e poi replica nel pomeriggio vincendo al decimo inning per 2-4 dopo che le nove riprese regolari erano finite sull’inconsueto risultato di 0-0.

 

 

IL GRANDE SOGNO

Tommaso Giarola ha un grande sogno: diventare un giocatore di baseball. Un sogno intrapreso da bambino e coltivato per tanti anni nelle giovanili dei Grizzlies Torino 48; un desiderio che l’ha condotto persino negli Stati Uniti. Tommaso compirà 18 anni a ottobre e il 31 maggio scorso è tornato in Italia dopo aver trascorso il quarto anno delle superiori a Casa Grande, cittadina situata nel deserto dell’Arizona non lontana dal confine con il Messico. Qui ha frequentato la Vista Grande High School giocando negli Spartan, la squadra del liceo.

È stato proprio il coach della scuola a chiamarlo, dopo averlo osservato nell’autunno del 2016 durante un try out disputato a Phoenix, cui Tommaso aveva partecipato con un gruppo di ragazzi europei. Così il primo agosto dell’anno scorso è atterrato negli States e ha iniziato la sua avventura americana. Sveglia alle 5 ogni mattina, allenamento in palestra, giornata in classe dalle 8 alle 15, tre ore di campo nel pomeriggio, nuova seduta in palestra e finalmente a casa, per studiare e riposare.

«Abbiamo disputato alcuni tornei e il campionato locale – aggiunge il giovane interbase torinese, unico italiano del team e titolare dalla prima all’ultima partita. Anche grazie alle sue ottime statistiche in battuta la squadra si è qualificata ai playoff, raggiungendo il miglior risultato della sua giovane storia. Non solo, Tommaso è stato selezionato tra i più forti giocatori dell’Arizona per disputare un All Star Game, il 29 maggio.

«È stata un’esperienza incredibile – commenta – lì il baseball è vissuto in maniera professionistica, a livello di staff, di programmazione degli allenamenti. C’è tanta concorrenza all’interno del roster e per emergere bisogna sempre dare più del centro per cento». «E anche al di là dell’aspetto sportivo questi dieci mesi mi hanno insegnato molto – aggiunge – ho scoperto un mondo e una cultura diversi da quelli italiani. Soprattutto, vivendo ospite in famiglia, in un paese straniero e con una lingua diversa, ho imparato a essere più autonomo».

Ha già ricevuto un paio di proposte per il college, ma prima di tornare in America concluderà il liceo a Torino. Qui ha iniziato a giocare e qui, molti anni prima, il papà Maurizio ha militato nella William Lawson, storica formazione della città. Tommaso ricorda ancora il primo approccio con il baseball: «ero in prima elementare e un istruttore dei Grizzlies venne a presentare l’attività nella mia scuola – racconta – facendo l’appello vide il mio nome e mi chiese se ero figlio di Maurizio Giarola, giocatore che lui stesso aveva allenato».

Quando tornò a casa il papà gli raccontò tutta la sua storia. Di come iniziò a giocare nel periodo della scuola media, quando Orlando Vegni, attuale direttore sportivo dei Grizzlies e allora istruttore, andò nella sua classe a presentare la disciplina, semisconosciuta nella Torino degli anni ’70. E di quando nei primi anni ’80 entrò nel gruppo dei probabili olimpici per i Giochi di Los Angeles del 1984, ma dovette poi rinunciare a causa di un brutto infortunio. Con l’università Maurizio smise di giocare, ma è riuscito ugualmente a trasmettere passione e talento ai propri figli: Tommaso e Filippo.

«È stata un’esperienza incredibile – commenta – lì il baseball è vissuto in maniera professionistica, a livello di staff, di programmazione degli allenamenti. C’è tanta concorrenza all’interno del roster e per emergere bisogna sempre dare più del centro per cento». «E anche al di là dell’aspetto sportivo questi dieci mesi mi hanno insegnato molto – aggiunge – ho scoperto un mondo e una cultura diversi da quelli italiani. Soprattutto, vivendo ospite in famiglia, in un paese straniero e con una lingua diversa, ho imparato a essere più autonomo».

Ha già ricevuto un paio di proposte per il college, ma prima di tornare in America concluderà il liceo a Torino. Qui ha iniziato a giocare e qui, molti anni prima, il papà Maurizio ha militato nella William Lawson, storica formazione della città. Tommaso ricorda ancora il primo approccio con il baseball: «ero in prima elementare e un istruttore dei Grizzlies venne a presentare l’attività nella mia scuola – racconta – facendo l’appello vide il mio nome e mi chiese se ero figlio di Maurizio Giarola, giocatore che lui stesso aveva allenato».

Quando tornò a casa il papà gli raccontò tutta la sua storia. Di come iniziò a giocare nel periodo della scuola media, quando Orlando Vegni, attuale direttore sportivo dei Grizzlies e allora istruttore, andò nella sua classe a presentare la disciplina, semisconosciuta nella Torino degli anni ’70. E di quando nei primi anni ’80 entrò nel gruppo dei probabili olimpici per i Giochi di Los Angeles del 1984, ma dovette poi rinunciare a causa di un brutto infortunio. Con l’università Maurizio smise di giocare, ma è riuscito ugualmente a trasmettere passione e talento ai propri figli: Tommaso e Filippo.

PECCATO !

I commenti della domenica, giornata successiva alla doppia sfida di A2 tra Grizzlies e Ronchi dei Legionari, riproponevano spesso la parola “peccato”.

Per una volta allora voce al pubblico, a quegli appassionati di Baseball che in tribuna per gara 2 hanno trepidato fino a tarda notte rammaricandosi infine per un nono inning che in tanti vorrebbero rigiocare.

Se infatti la partita pomeridiana è da archiviare nel dimenticatoio, salvando per onestà sportiva la fragorosa potenza delle mazze Friulane che Di Taddeo non è riuscito ad arginare, gara 2 ha invece dimostrato che i Grizzlies hanno spessore, e che il pareggio con la capolista del girone B era li a soli tre out di distanza protetto da un duplice vantaggio.

Ma come proprio gli appassionati ben sanno, nel baseball le partite girano in un secondo, basta un errore o una base concessa gratuitamente per spostare gli equilibri.

Erano sinceramente dispiaciuti i tifosi nel dopo gara, parlavano della bella prova di Lomonte, del 3 su 5 di Matteo Pascoli, ma anche delle 11 basi regalate che alla fine hanno pesato in modo determinante per il 7 a 11 finale.

Fondamentale ora sarà resettare, perché a nulla serve recriminare. Domenica a Bologna non deve fregare nulla la posizione in classifica dell’avversaria, bisognerà ripartire dalle 9 valide di gara 2, non pensare alla classifica ma solo a quelle 128 cuciture che ti vengono incontro.