Baseball giovanile: ricchezza e divertimento

Lo scorso anno ci fu Giulio, quest’anno, nel 2019 ci sono Luca e Chiara, per il 2020 abbiamo Corrado che si sta preparando.

Chi sono ?

Sono dei semplici ragazzini (o ragazzine) , che fino a 3-4 anni fa, come tanti coetanei, giocavano a calcio o a basket o tennis.

Il caso ha voluto che per conoscenze comuni o passaparola arrivassero al campo da Baseball di Via Passo Buole a Torino.

Da qui la svolta: l’innamoramento, la passione, l’impegno, gli amici, e un campo da gioco che è lo stesso dove gioca la serie A, con la terra rossa sempre perfetta ed un vero manto erboso.

Giulio, Luca,Chiara, Corrado (ma prima di loro Claudio, Tommaso, Daniele, Davide, Federico, e tanti altri), stanno indossando la casacca azzurra della Nazionale, altri loro compagni hanno indossato quella azzurra della selezione Piemontese. Sono tanti, e arrivano tutti dal vivaio dei Grizzlies Torino 48.

In comune hanno tutti la fortuna di andare in giro per l’Italia e per il mondo intero, insieme ad un gruppo di 16 amici, e poi, una volta sul posto, incontrano altri gruppi di coetanei che parlano spagnolo, inglese, tedesco, ceco; prima si sfidano con mazza e guantone, poi fraternizzano sulle gradinate mentre altri ragazzi a loro volta giocano.

Nel Baseball, il nostro sport, tutto ciò è estremamente frequente; tutte le squadre Piemontesi (ma anche nelle altre regioni succede la stessa cosa), ogni anno regalano a tanti ragazzini l’esperienza di essere “selezionati”.

Come si spiega tutto ciò ?

Molto semplice: prima di tutto non ci sono decine di migliaia di ragazzi che praticano il nostro sport, e in seconda battuta il merito è degli allenatori.

I nostri tecnici delle giovanili e delle squadre seniores (Italiani o stranieri che siano), si formano con i migliori professionisti internazionali e grazie alle loro competenze le nazionali seniores di Baseball e di Softball (femminile) sono regolarmente al primo o secondo posto in Europa in alternanza con l’Olanda.

La stessa cosa vale per le nazionali giovanili.

Se il Baseball italiano potesse attingere da un bacino di praticanti più grande, con buona probabilità entrerebbe nelle prime cinque nazioni al mondo, mentre oggi naviga intorno alle migliori 12.

Se qualcuno sta pensando a quanti soldi guadagni un calciatore, noi rispondiamo chiedendo di guardarsi intorno e cercare i Giulio, i Luca, i Corrado che conoscono, cercando tra i compagni di scuola, tra i vicini di casa che sono arrivati a questi guadagni. Nessuno ?

Senza voler tirare in ballo un congruo numero di Italiani che oggi sta vivendo di Baseball professionistico in America o in Messico o in Giappone, noi siamo convinti che l’esperienza di vita di una selezione siano un guadagno sicuro che nessuno potrà più togliere ad un bambino.

E coloro invece che pur giocando e impegnandosi non riescono a raggiungere le selezioni regionali o nazionali ? Che meraviglia, esistono alcune tipologie di raduni chiamati “clinic” o “camp” a seconda dei contenuti, che danno la possibilità di allenarsi per 3 giorni o una settimana con professionisti della major League. Come se oggi vostro figlio potesse lavorare e vivere per una settimana fianco a fianco con Conte o Mancini o Del Piero o Maldini. Indimenticabile.

Certo i nostri campionati sono impegnativi: le partite in trasferta sono spesso lontane, i tornei estivi durano parecchi giorni ed obbligano i ragazzi a dormire fuori casa senza genitori, e il rischio di tornare a casa esausti e senza voce è praticamente una certezza. Solo chi ha voglia di condividere riesce a sopportare tutto ciò.

I nostri ragazzi ci riescono benissimo, e sono loro i primi che accolgono i nuovi arrivati.

Settembre non è poi così lontano, mamme, Papà, pensateci, portate i vostri figli a provare il Baseball.

A partire dai 6 anni, maschi e femmine.

Per informazioni:

www.grizzlies.it

grizzliestorino48@grizzlies.it

348 3057262 Maurizio

 

 

Un giorno da grandi !

Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di sentirsi un personaggio famoso, il vincitore di una competizione importante o più semplicemente di essere considerato molto bravo a fare qualcosa? Sognare non costa nulla, ma c’è il rischio di rimanere delusi se poi a valle ci accontentiamo di sognare senza provare a lanciarci in alcuna avventura. Il mondo dello sport, per rimanere ai sogni, è quello che più stimola la fantasia: calciatore, olimpionico, campione del mondo, record mondiale, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta per fantasticare. Ieri, senza che me ne rendessi conto, sono entrato in un sogno, l’ho vissuto, l’ho goduto, e quando mi sono svegliato era …vero. La presenza della Nazionale di Baseball a Torino per disputare una amichevole con i Grizzlies era un sogno fino a ieri. E’ stato come quel bambino che da sempre desidererebbe ricevere il modellino della Ferrari ed all’improvviso si ritrova davanti Vettel in carne ed ossa, con una rossa fiammante che gli chiede se vuole fare un giro. Va bene, sto giocando di metafore, ma l’esperienza di immergersi di persona, per un giorno, nel mondo dei “grandi” del pur “piccolo” baseball d’Italia è tale, che deve essere radiografata per vederci dentro, non accontentandosi di osservarla come in televisione. Gilberto Gerali, Alessandro Vaglio e Gigi Mignola sono di una disponibilità esagerata; superata l’impasse iniziale rotta da qualche giornalista navigato, le domande fioccano a dirotto poste soprattutto da non addetti ai lavori, incuriositi ed increduli di trovarsi davanti “all’allenatore di una nazionale”. Il tempo passa, la partita si avvicina, io mi preoccupo per gli intervistati immaginando che stiano sulle spine e li invito a lasciare la saletta. No, no, mi dicono, possiamo rimanere, ci fa piacere parlare del nostro sport e descrivervi come lo viviamo. Alla fine si alzano e sono loro a ringraziare me per avergli dato l’opportunità di questo incontro. Si capisce che amano questo sport, non è lavoro, non è vil denaro o immagine. E’ tutto pronto per l’inizio, ma uno, poi due, poi tre e infine quattro “autorita” del mondo della politica mi chiedono dello stadio, della squadra, dei progetti; gli spiego che il motore più potente che esista è quello della passione e se mi aiutano a mettere un po’ di benzina possiamo andare ancora più forte. Fino a ieri li vedevo solo sui giornali o in televisione, oggi sono io al centro della loro attenzione. La partita scorre, la gente fa festa sugli spalti, i fotografi continuano a pestare gli spikes a qualche giocatore transitando nei dugout, la televisione di Rai3 vuole fare le interviste on deck mentre i battitori si alternano nel box, insomma, ci sarebbe di che innervosirsi, ma nessuno dice nulla, anzi … Finisce la partita, il campo è invaso da ragazzini festosi che chissà per quale miracolo, invece di avventarsi sui giocatori, rimangono a distanza, tutti ordinati in attesa che finisca il debriefing di Gerali. Al suo via si scatena l’inferno. Gli eccessi di confidenza si sprecano e chiunque trova modo di chiacchierare come al tavolino di un bar. Sambucci mi racconta che il differenziale tra lanciatori di A2 e di A1 ha condizionato le performance in battuta di una squadra e dell’altra. Chi non è abituato a velocità anche di 90 miglia ha bisogno di alcuni turni per sincronizzarsi con tali velocità, e dall’altra parte succede lo stesso se una veloce rasenta una breaking ball. Vaglio mi parla del suo lavoro di commerciale, un coach mi chiede la foto per sua mamma, l’altro mi domanda di mio figlio. Nessuno ha troppa voglia di andare a casa subito, e la mia preoccupazione di salvaguardare un minimo di privacy cede fragorosamente al rifiuto di cenare in un angolo riservato,” siamo contenti se non ci sono barriere col pubblico” mi viene spiegato. Insomma, tornando alla metafora, su quella Ferrari mi sembra di esserci seduto sopra da una vita e Vettel sembra il mio vicino di casa, che mentre va via mi dice: “siamo stati benissimo, bravi, bel lavoro”, e capisco che è sincero. Quando lo stadio è quasi deserto, trovo il pretesto per fare un giro di controllo; i riflettori spenti trasmettono al prato un fascino misterioso, le luci di servizio in tribuna disegnano sculture con i seggiolini e il caldo del giorno comincia a cedere. Non sarebbe male dormire qui, in fondo sono un Orso, il verde è il mio ambiente; ah dimenticavo, il mio nome è Bear-To , sono la mascotte dei Grizzlies Torino, ed oggi ho vissuto “un giorno da grandi”.

il Punto !

E’ consuetudine fare un punto della situazione quando si arriva a metà di un percorso, o comunque dopo un episodio marcante; in casa Grizzlies l’eccezionalità di un 1° maggio all’insegna del “grande baseball” diventa il pretesto per fare una prima analisi.

La società sta facendo sforzi infiniti per cercare di crescere, nei numeri soprattutto (ci riferiamo al proselitismo fra i giovanissimi), nelle performance sui campi e nell’organizzazione, che poi sta alla base del successo o meno di tutti gli altri punti.

Ieri avere l’onore di ospitare in amichevole il Parma, una delle società più blasonate d’Italia e d’Europa, ed il piacere di contare un pubblico un po’ più numeroso della media, ci ha indotti a pensare di essere sulla buona strada. Conta poco il risultato sul campo che ha naturalmente evidenziato un divario tecnico importante, conta di più che ragazzi di 17-18 anni abbiano provato l’emozione di andare nel box contro mostri sacri, o che alla fine davanti ad un succulento buffet, rookies e veterani, italiani e latini, volontari o appassionati abbiano goduto per ciò che il baseball sa regalare: romanticismo.

Certo dal punto di vista sportivo per la squadra di Illuminati è stato un bel test che ha permesso di far ruotare ben 8 lanciatori + 2 che hanno lanciato per Parma, alcuni dei quali nei roster di squadre in franchigia o esterni invitati per l’occasione.

Non è stato comunque baseball addolcito, perché non sono mancate le giocate spettacolari, come non sono mancati i fuoricampo (compreso uno di Barbero per i Grizzlies); bello anche vedere cosa vuol dire essere un “esterno” che fa la differenza quando già pensi di aver battuto una valida. Insomma, per chi non c’era … si è perso qualcosa.

Ma si parlava di organizzazione ? E allora ecco servita la dimostrazione che in casa Grizzlies non si sta con le mani in mano: Mercoledi 19 Giugno ore 20 arriverà a Torino la Nazionale Italiana di Gilberto Gerali. Nel contempo non è possibile distrarsi perché il campionato è nel vivo e la classifica dice media 625 con 5 vittorie e 3 sconfitte per un secondo posto in condivisione con Brescia; non male.

Non male neppure i giovanissimi dell’Under 12 di Bondavalli, i quali dopo aver brindato al successo nella Western League, guidano la classifica anche in campionato e gioiscono per le convocazioni di 3 giocatori (Blunda, Resca e Falciani) ai try out nazionali.

Sofferenza invece nelle così dette categorie “di mezzo” delle Under 15 e 18. Qui la strada è in salita e i boss Vegni e Giarola dovranno affilare le unghie ai loro “Orsi”.

Nel frattempo si lavora alacremente per l’impianto: da qualche giorno alcune gigantografie nel sottotribune, spiegano ai passanti che cosa si nasconda dieto quella cancellata di Via Passo Buole, un display elettronico annuncia i prossimi incontri sui tre campi e una connessione wi-fi è stata attivata per il pubblico e per funzionalità media in fase di affinamento.

Nuovi volti hanno iniziato a frequentare gli spalti, con curiosità e spesso interesse; speriamo di farli innamorare.

La stampa (scritta e web) sembra interessata a quanto stiamo facendo e ci ricompensa con una buona visibilità che speriamo di rafforzare, magari puntando proprio sui grossi eventi come sarà appunto l’arrivo degli azzurri a Giugno.

Intanto godiamoci questa bella immagine di gruppo realizzata dal bravo Cristiano Gatti.

GRIZZLIES: scatto in avanti !

 

La notizia: in serie A2 i Grizzlies vincono le due partite contro il Cus Brescia e si portano in testa al girone A a punteggio pieno.

 

Se la notizia può essere lapidaria, Il racconto invece è ben più complesso, e sono alcuni dettagli a renderla più interessante.

Brescia e Torino infatti nella stagione 2018 avevano chiuso la regular season appaiate al terzo posto con la stessa media punti, e nel campionato 2019 iniziato domenica scorsa, erano due delle sole quattro squadre ad aver fatto “doppietta” nell’opening day.

Due squadre pertanto equivalenti sotto il profilo delle performances, cosa che aveva lasciato presagire partite ad alto livello di pathos, e così è stato.

In gara 1 iniziano a lanciare Di Taddeo per i Grizzlies e Pittari per Brescia, e la partita la conducono sostanzialmente loro, nel senso che i battitori nel box fanno fatica a trovare il contatto giusto. Torino deve aspettare il quarto inning per mettere in sequenza tre valide una dietro l’altra (Pascoli Matteo, Lo Giudice e Catalano) e mettere un punto sul tabellone, poi saranno solo eliminazioni da ambo le parti. All’ottavo Brescia manda sul monte Coletti mentre Torino sostituisce il suo partente solo al nono inning: Lomonte porta a casa la salvezza con due strike out e si gode l’abbraccio finale dei compagni.

In gara 2 Brescia mette sul monte uno dei suoi stranieri, Javier Fandiño, e per i Grizzlies lancia Andrea Campagna; il sudamericano di Brescia incassa il primo punto sotto le valide di Fornari e Ceppi, ma sarà il triplo di Oldano da 2 RBI al quarto inning a far salire in pedana il primo rilievo. Anche Illuminati decide di sostituire il suo partente dopo quattro attacchi al primo segnale di allarme. La scelta si rivela giusta, ma tiene solo fino all’ottavo inning quando Bazzana spara un fuoricampo a sinistra da 1 punto e dona speranze ai lombardi. E in effetti arriva un secondo punto dopo una base ball un lancio pazzo ed una volata di sacrificio.

La ripresa si chiude sul parziale di 3-2 per i Grizzlies ma i Lombardi sono gasati a mille e giocano bene. Ci si gioca tutto nel nono attacco: dopo un out Brescia infila un singolo e ben due “passed ball” che portano a casa il punto del pareggio, mentre Torino nel box non riesce a reagire; 10° inning con la regola del tie break, con corridori posizionati in prima e seconda.

Brescia sfrutta la sua opportunità segnando un punto dove pesa un errore difensivo dovuto alla pressione, ma l’inning si chiude con uno strike out.

Torino deve assolutamente segnare per non buttare alle ortiche il vantaggio di 3-0 che si era costruito e che Brescia ha trasformato in 3-4 in soli 3 attacchi.

Bunt perfetto di Matteo Pascoli che si sacrifica e spinge in terza e seconda il fratello Marco e Giarola. Lo Giudice, brillante nel box sia in gara 1 che in questa seconda partita, viene passato in base intenzionalmente per avere tutte le basi obbligate. In battuta c’è Barbero che nei turni precedenti aveva iniziato in sordina con due eliminazioni per poi incassare una base ball ed un singolo; sugli spalti c’è il gelo sia per il meteo che per l’emozione, anche lo speaker smette di commentare rapito dalla situazione. Virgadaula lancia e Barbero aspetta la sua che finalmente arriva: siluro a terra sulla seconda base, la pallina è troppo veloce per essere prendibile e rotola nel guanto dell’esterno destro che però nessuno sta guardando perché gli occhi sono tutti sulle corse di Marco Pascoli e di Giarola. Il primo segna agevolmente il punto del pareggio mentre il secondo insegue il sogno della vittoria con tutte le energie possibili ma con la lucidità sufficiente ad evitare il tag a casa base con una contorsione. Controsorpasso, con il pubblico di casa che si libera a braccia alzate. In campo gli abbracci sono tutti per Barbero, manca il secchio del ghiaccio in stile MLB ma per stasera si è già tremato a sufficienza.

Onore al Brescia che ha ceduto sempre e solo di misura (1-0 e 5-4) confermando che l’equilibrio raccontato in apertura non è casuale; siamo certi che sarà una squadra che occuperà le zone alte della classifica.

Dei Grizzlies cosa aggiungere ? Sicuramente che c’è una squadra coesa, consapevole dei propri mezzi e capace di affrontare le situazioni di criticità con la giusta lucidità.

Poi siamo solo all’inizio, il campionato è tutto da scrivere e il piccolo scatto in avanti con la classifica a quota 1000 è solo un piccolo passo.

Sabato prossimo il calendario vedrà i Grizzlies ancora al Passo Buole affrontare il Bollate, squadra ostica che al primo turno non ha giocato causa maltempo e solo oggi (domenica 14 ) scenderà in campo per la prima volta in stagione.

 

Freddo ? buono per gli “Orsi”

Può sorridere Paolo Illuminati dopo l’ottimo avvio di campionato dei suoi Grizzlies; i ragazzi gli regalano infatti gara uno, vinta per 9 a 0 in soli 6 inning a causa del maltempo e si ripetono con un più stretto 6-5 in gara 2.

Intervistato a fine gara il manager dei Grizzlies ha iniziato spendendo parole buone per gli avversari: “non sono male come squadra, forse un po’ corti sul monte ma anche in battuta hanno diversi ottimi colpitori, se guardiamo nell’insieme sono molto vicini al nostro livello”.

Quando poi viene sollecitato sulla prestazione dei suoi Illuminati non ha dubbi: “in gara 1 il lanciatore Di Taddeo è stato straordinario, ha sicuramente fatto la differenza”, ma anche i lanciatori della seconda partita mi sono piaciuti tantissimo soprattutto il partente Andrea Campagna ed il suo rilievo Luca Lomonte. Tra l’altro tutta la difesa è stata ottima, non ci sono stati tentennamenti o errori, se escludiamo una svista nel finale che ha ridotto il vantaggio dal 6 a 3 al 6 a 5 ma di fatto siamo sempre stati davanti con buona sicurezza”.

Ma naturalmente le partite si vincono anche con un attacco efficace ed Illuminati ha commentato: in battuta sicuramente si sono messi in evidenza Tommaso Giarola e Paolo Barbero ma mi è piaciuto molto l’approccio mentale nel box di tutta la squadra perché anche quando non battevano valido erano comunque turni di qualità che alla lunga influivano sui lanciatori avversari; insomma, sono stati molto disciplinati, hanno capito come si lavorano i lanciatori”.

Nota negativa della giornata, l’infortunio occorso a Lorenzo Maggiolo che in occasione di un tentativo di rubata in seconda base è stato colpito accidentalmente con il ginocchio dal difensore avversario che stava saltando per prendere una assistenza troppo alta. Si parla di frattura dello zigomo, se ne saprà di più domani dopo ulteriori radiografie.

Per la cronaca, segnaliamo il debutto come lanciatore nei Grizzlies di Gabriele Panero, subentrato in gara 2 come quarto rilievo. Si tratta della conferma che le collaborazioni con le società satelliti (in questo caso il Fossano B.C.) sono ottime opportunità sia per le società che per i giovani che hanno la possibilità di mettersi alla prova su palcoscenici di prestigio.

E sabato prossimo i Grizzlies faranno il loro debutto casalingo al Passo Buole; e sarà subito uno scontro di vertice perché il Brescia oggi ha vinto entrambi gli incontri sconfiggendo il Senago.

Photo: Cristiano Gatti

Gli Orsetti dei Grizzlies si impongono nel Torneo invernale Western League

Nulla è mai certo, nella vita, nello sport e soprattutto nel Baseball.

Dopo essere arrivati alle fasi finali di Novara come leader della classifica con un bottino di 27 vittorie su 28 partite, gli Under 12 di Pierdomenico Bondavalli dovevano confermare di non aver beneficiato di favorevoli incroci del calendario che aveva evitato scontri diretti tra alcune delle squadre accreditate dai pronostici alla vittoria finale.

Ironia della sorte, la composizione dei due gironi della giornata finale ha messo di fronte per la prima partita mattutina proprio i Grizzlies ed il Vercelli. E’stata una partita combattutissima, dove, vista l’alta produttività in battuta di entrambe le squadre, solo qualche rimbalzo o l’abilità difensiva potevano fare la differenza; alla fine hanno avuto la meglio per 7-6 i campioni in carica del Vercelli che hanno così inflitto ai Grizzlies il secondo stop stagionale.

Ma Bondavalli da tempo va ripetendo che la sua è una squadra da rimonte, sia riferendosi alla singola partita dove spesso hanno recuperato e vinto, sia nell’assorbire incidenti di percorso per ripartire senza implicazioni psicologiche.

E così gli Orsetti assistiti mentalmente in panchina dalla psicologa Marilisa Sartorello, da Francesco Dentico e dal ritrovato Pino Goffredo, hanno subito chiarito con Mondovi, Rebels e Bees che l’obiettivo era comunque la finale.

Come secondi classificati del girone, i Grizzlies in semifinale hanno trovato sulla loro strada un motivato Rho vincitore dell’altro girone; le due squadre si sono date battaglia, arrivando all’ultimo inning sul 3 a 3 con i Milanesi risaliti dallo 0-3. Ma i ragazzi di Bondavalli non hanno palesato segni di subire la pressione, anzi, con un turno devastante in attacco hanno incamerato i 3 punti massimi concessi per inning sbrigando poi come una formalità l’ultimo attacco avversario chiuso tra l’altro con uno spettacolare out in back hand in tuffo del prima base Corrado Resca.

Nell’altra semifinale Vercelli ha sofferto in partenza il Boves, intenzionato a vendere cara la pelle, ma sul lungo ha avuto un sopravvento fuori discussione.

Il destino ha così scritto il miglior copione possibile per questo torneo, con le due squadre che più di tutte si erano messe in evidenza: Grizzlies e Vercelli.

Da un lato il manager Vercellese ha impostato la strategia sull’alta emotività in campo, dimostrando così ampia fiducia nella lucidità mentale dei suoi ragazzi, dall’altra Bondavalli ha fatto leva sull’alta concentrazione che i suoi avevano raggiunto nell’inning finale con il Rho; ha avuto ragione il Manager degli Orsetti perché quando batti valide in angoli imprendibili o quando la butti in fuori campo non c’è difesa che tenga. Proprio in difesa dal canto loro i Grizzlies sono stati implacabili, con una sola incomprensione a tre su una palla alta in diamante che ha fatto saltare un out e subire il secondo e ultimo punto del Vercelli, ma col senno di poi è stato un “coup de théatre” che è servito solo a tenere alto il pathos in tribuna.

6 a 2 il finale, senza storia e senza appello nel tripudio globale.

Nulla è mai certo, nella vita, nello sport e soprattutto nel Baseball, ma forse questa Western League poteva andare solo in questo modo, con i più meritevoli ad alzare un bellissimo trofeo che pesa tanto quanto William, il nostro piccolo catcher !

Le premiazioni, davanti ad un nutrito pubblico, hanno poi riservato ulteriori riconoscimenti con i premi di MVP (giocatore più utile del torneo) a Luca Blunda e miglior difensore del torneo a Chiara Falciani.

Per noi tifosi, genitori o tecnici, rimarranno negli occhi anche le valide di Ravi Hines, la regolarità di Fabio Garabello e di Pietro Guazzoni, e in finale soprattutto la naturalezza di Giacomo Tesio che pareva trasformare in out facile ogni tentativo di battuta avversaria.

Siamo inoltre orgogliosi del fatto che, ad esclusione delle partite di semifinale e finale, per tutto il torneo i nostri tecnici abbiamo dato regolarmente spazio in campo ai più giovani, compresi alcuni rookies debuttanti, ragione per la quale vogliamo riconoscere il giusto merito anche a: Giada, Vittoria, Luna, Valentina, Nicolò, Kristian, Matteo N., Matteo B., Vittorio, Emanuele, Nicholas, Davide, Simone, Stefano, Gioele, Alessandro, Gabriele, Brian, Samuel e Jacopo; state pronti, stiamo organizzando partite per darvi tutto lo spazio che meritate !

Conferenza con “gli Olimpici”

 

Succede anche che uno se ne renda conto solo successivamente, e così è stato questa mattina (14 marzo 2019) alla conferenza stampa dei Grizzlies presso la sala del CONI regionale.

Tutto era predisposto per presentare la stagione sportiva in procinto di partire (6 aprile), parlando quindi di allenatori, giocatori, obiettivi, salvo poi che tra gli invitati c’è anche un certo Franco Arese.

Per i troppo giovani elenchiamo solo 12 titoli italiani nelle discipline dagli 800 ai 5000 metri, un titolo di campione d’Europa sui 1500 metri e due olimpiadi. Insomma, un mostro sacro dell’atletica.

In prima fila, seduto quasi al suo fianco, c’è Pierpaolo Illuminati, che di olimpiadi ne vanta soltanto una, ma l’attualità ci insegna quanto sia difficile per il Baseball essere presente alla manifestazione dei cinque cerchi, e forse ancor più conquistare il diritto a parteciparvi.

Dietro ai primi due, si aggira nel frattempo un certo Gian Mario Costa che sta telefonando agli ultimi giornalisti ritardatari. Anche lui nel 1984 ha avuto l'onore di dire "io c'erò", a Los Angeles per la precisione.

I primi due non si conoscevano, e neppure sapevano che avrebbero rapito la platea con i loro interventi.

E’la dimostrazione che quando eccelli nel tuo sport, molto probabilmente sei anche bravo a parlarne.

Il terzo oramai lanciato nelle prove generali da "Dirigente" si gode gli interventi che ha contribuito ad organizzare.

A quel punto realizzo: 3 atleti olimpici insieme in una sala, e per promuovere il baseball, una congiunzione astrale praticamente !

Arese è stato inarrestabile, partendo dai sui legami familiari con il softball, fino ai suoi allenamenti nei dintorni del Passo Buole che lo portavano a guardare con occhi curiosi attraverso la cancellata, ma soprattutto ha spiegato che lo sport è cambiato e sempre continuerà a cambiare; regole, attori, mode, politica, tecnologia, marketing, insomma solo chi sa innovare e rinnovarsi potrà sopravvivere e crescere.

E dopo aver ascoltato con interesse l’intervento di Orlando Vegni che parlava di stadio, di Internet, di serie A1, di grandi eventi di richiamo e naturalmente di giocatori e tecnici, non ha potuto Arese che fare i complimenti alla società, rimarcando tra l’altro come le origini del baseball e quindi dei Grizzlies (e del Fossano presente in sala in quanto parte attiva di un progetto di collaborazione a tre che include anche i Rebels di Avigliana), li pongano tra le società sportive più “anziane”.

Di Illuminati invece hanno sorpreso l’incisività e la franchezza con le quali ha valutato le poche settimane di lavoro, sia con la squadra in senso giocatori, sia verso la società che sta cercando di assecondarlo nelle richieste. Molto interessanti le valutazioni tecniche sui nuovi giocatori in arrivo, talmente positive da far sognare i tifosi per un futuro prossimo di alto livello.

I Grizzlies in questa conferenza hanno giustamente dato visibilità alle aziende sostenitrici, proprio la Kahru di Arese è una di queste, ed avrà in carico la vestizione del pre e post game della squadra, mentre tutta una rete di sponsor tra i quali Ballario Trasporti come “main” più altri a supporto, saranno presenti su quello che è stato battezzato “Green wall” e che sarà utilizzato come sfondo per le videointerviste.

La conferenza si è poi soffermata sugli eventi “che fanno immagine” quali lo stage giovanile dell’USSSA in preparazione per l’estate, gli European Master Games di fine luglio e l’amichevole del 1° maggio contro il Parma Clima che dovrà servire da traino al torneo di qualificazione olimpica di settembre.

Non mancano le idee in casa Grizzlies, e neppure l’ambizione; il rinnovato direttivo, fortemente motivato, pur con fatica sta lavorando alacremente per riportare a Torino il baseball che conta.

 

………………………………………ARRIVA ILLUMINATI a GUIDARE i GRIZZLIES !

La notizia è ufficiale, confermata dal diretto interessato e dalla Dirigenza della Società.

Dopo il gran lavoro svolto da Massimiliano Rosso che ha portato la squadra dalla C alla serie A2 in soli 2 anni, è la volta di un altro “Torinese” illustre ad occupare la posizione di manager degli “Orsi”.
Per Piepaolo si tratta infatti di un ritorno a Torino (la casacca era quella della Juventus nel 1995-96-97), oltre al fatto che il nuovo manager vive nella città della Mole regolarmente da anni insieme a moglie e figlia, anche se gli ultimi 7 lo hanno visto stagionale trasfertista col Rimini.
Il suo arrivo nel dugout dei Grizzlies è sicuramente un big deal; in primis per la squadra, che avendo conquistato i play off promozione nel 2018 avrà bisogno di grandi motivazioni per ripetersi a così alti livelli, ed altrettanto per Illuminati che potrà riavvicinarsi a casa e soprattutto nella posizione di Manager che ancora mancava al suo mostruoso palmares.
Dal debutto in massima serie nel 1990 con Macerata (Città natia e di formazione sportiva), sono stati ben 17 campionati con Macerata appunto, e poi Torino, Caserta, Rimini (con uno scudetto conquistato), Parma e San Marino.
Di rilievo anche la carriera di Illuminati con la Nazionale azzurra, dove nel ruolo principale di catcher ma anche di prima base, ha giocato dal 1994 fino al 2001 calcando i palcoscenici di Coppa del Mondo, Coppa Intercontinentale, Campionato Europeo e soprattutto delle Olimpiadi di Atlanta nel 1996.
Come tecnico, Illuminati ha esperienze da coach di 3b con San Marino (2 anni), e altri 5 anni da pitching coach, anni nei quali ha raggiunto numerosi finali che lo hanno portato alla conquista di due scudetti, una coppa Campioni e tre Coppa Italia.
Il nuovo manager dei Grizzlies è inoltre un volto ben noto nel panorama Piemontese dal momento che da alcuni anni è punto fermo dello staff tecnico dell’Accademia Regionale dove ha la possibilità di formare i migliori giovani talenti prodotti dai vivai delle squadre Piemontesi e Liguri.
Nel corso della settimana il nuovo tecnico ha già avuto modo di lavorare con i suoi giocatori nella tensostruttura di Via Passo Buole e insieme al neo Direttore Sportivo Michela Passarella sta lavorando alla composizione del roster 2019.
La sua esperienza sarà fondamentale per una squadra che ha numerosi giocatori sotto i vent’anni, così come i tanti campionati di A1 gli permetteranno di arricchire ancora il background dei giocatori di esperienza soprattutto lanciatori e ricevitori.
Lo staff tecnico dei Grizzlies per il 2019 sarà inoltre arricchito dallo stesso Rosso che dopo aver delegato parte delle responsabilità rimarrà comunque a dare continuità al gruppo, insieme a Gianmario Costa e Boris Mammano.

 

 

PRENDE FORMA LA STAGIONE 2019

Durante il consiglio federale odierno, sono stati ufficializzati i gironi dei campionati nazionali, tra i quali naturalmente quello di serie A2 che vede coinvolti i nostri colori; 6 squadre per ogni girone (4 in totale) con un criterio di territorialità che però con la classica eccezione che conferma la regola, destina ancora una volta nel nostro girone il Cagliari.

Se gli isolani da un lato sono compagine gradita e simpatica, dall’altro loro malgrado obbligano ad una trasferta dispendiosa che tutti vorrebbero evitare.

Compensa fortunatamente l’arrivo dei vicini di casa del Settimo, neo promossi, e tra gli altri gli Orsi ritroveranno il Bollate, Senago e Brescia già incontrati nel 2018.

Prossimamente, appena disponibili aggiorneremo il nostro sito www.grizzlies.itcon i calendari e il percorso che porterà allo sviluppo dei campionati fino alle finali.

Nel corso della stessa riunione del consiglio federale, c’è poi stata una importante ratifica che riguarda da vicino la nostra società; infatti l’elezione di Barbara Zuelli alla Presidenza del Comitato Regionale Emilia Romagna, ha portato la nostra Michela Passarella ad assumere il ruolo di Coordinatore delle strutture regionali della Fibs. Un riconoscimento che premia la passione e la profusione di tempo che Michela sta destinando al batti e corri sia come dirigente di società che come Direttrice dell’Accademia Regionale e collaboratrice del Comitato Regionale.

GUARDARE IL BASEBALL CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO

Baseball per principianti

Un pomeriggio passato a guardare asteroidi lanciati nel cielo

Claudio Marinaccio – La Stampa

«Papo, quella palla sembra un asteroide che va in cielo» così mio figlio commenta il primo fuori campo che ha visto nella sua vita. Siamo seduti di fianco alla panchina dei Grizzlies Torino 48 che si sta giocando l’accesso alla serie A1 contro il Castenaso Baseball. Se da una parte si sente spesso «Forza Ciccio» dall’altra è più frequente un «Vamos Carlitos». Si potrebbe scrivere moltissimo sul suono che si sente quando il battitore colpisce la palla tirata dal lanciatore. Un suono secco, potente. Un “tok” che sembra allo stesso tempo uno strike fatto a bowling e un colpo da biliardo perfetto. In fondo è l’unione tra la forza fisica e l’abilità tecnica. Potenza e precisione che si racchiudono in un istante. Un decimo di secondo in cui la mazza e la pallina sono fuse assieme per poi salutarsi con un semplice arrivederci o con un più raro addio

Mio figlio osserva come solo i bambini sanno fare, focalizzandosi spesso sui dettagli che sembrano irrilevanti. Guarda con interesse questo sport nuovo per lui. Non ha mai visto una partita dal vivo e mi domanda ripetutamente cosa succederebbe se una palla dovesse colpire un pullman fuori dallo stadio. “Gli farebbero la multa perché non ha il biglietto” dico cercando di farlo ridere, ma non lo convinco. 

Fabio, il giovane bat boy (nel baseball – più o meno – svolge il ruolo del raccattapalle nel calcio) è un bambino educatissimo con il caschetto in testa e vestito con la divisa dei Grizzlies che gli spiega un po’ le regole del gioco. A me piace osservare come il lanciatore comunica con il ricevitore. Il primo è sopra il monte di lancio, un rialzo di terra che lo mette al centro della scena. Il secondo – invece – è in ginocchio completamente bardato come un moderno cavaliere medievale. I due si parlano attraverso segni e smorfie, cenni del capo e movimenti delle dita. Questo mi ha fatto venire in mente quando mio nonno mi cercava di insegnare i segni per vincere in coppia a briscola. Una volta in un vecchio bar mi stava cercando di dire che aveva un asso ma io – per un istante – avevo pensato che gli stesse per venire un ictus. 

Il mio rapporto con il baseball è strano. Forse è – insieme al football americano – uno sport di cui ho iniziato a interessarmi attraverso il cinema e i libri. Soprattutto “Il migliore” di Bernard Malamud e per quello che rappresenta in “Underworld” di Don DeLillo. Ma anche perché il baseball fa parte di un aspetto culturale fortemente radicato nella cultura statunitense e di conseguenza di quello che ho visto e letto.

Uno sport con tempi strani. Lenti a volte, persino immobili ma capace di situazioni inattese e accelerazioni violente.

Vederlo dal vivo è una cosa che merita di essere fatta. Uno sport perfetto per essere raccontato e rappresentato. Mio figlio – intanto – batte il cinque a tutti i giocatori della squadra di casa. Indossa la divisa verde dei Grizzlies Torino 48 e rimane attaccato alla rete cercando di vedere un altro fuori campo. 

«Papo, papo! Guarda!» 

Tok e un altro asteroide esce fuori dallo stadio per finire chissà dove. È bellissimo da vedere anche se spero che non colpisca la mia automobile parcheggiata.

Per onore della cronaca il Castenaso Baseball vincerà Gara 1 e 2.