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Assemblea dei Soci ASD Grizzlies Torino 48

Ci sono date che assumono un significato speciale.

L’8 di Marzo appena trascorso, ancora una volta ha visto il mondo dei media e dei social arricchirsi di messaggi che richiamavano principi di rispetto, inclusione, valorizzazione delle donne.

Per i Grizzlies, la scelta di programmare una Assemblea Straordinaria dei Soci l’11 Marzo, quindi il più possibile a ridosso del giorno 8, è stata una decisone ispirata proprio dal punto 1 all’ordine del giorno: la modifica dello statuto con trasformazione della denominazione da BC a BSC, Baseball e Softball Club.

Apparentemente un dettaglio, una letterina aggiunta, in pratica una scelta ricca di significati; da un lato l’espressione volontaristica di lavorare per allargare la base e i numeri del nostro movimento, dall’altra quella di farlo anche e soprattutto con una attenzione dedicata alle ragazze.

Storicamente nella nostra categoria Under 12 Baseball abbiamo spesso avuto ragazzine che competevano senza timori con i maschietti pari età, ma ben diverso è scegliere di avviare un processo che pian piano dovrà portare ad avere una vera squadra di softball.

Ci vorrà del tempo presumiamo, servirà sicuramente un periodo di transizione, perché siamo ben consapevoli che se già il reclutamento è compito arduo, il reclutamento femminile lo è ancora di più, ma vogliamo crederci ed i primi segnali ci confortano.

Dicevamo dello Statuto Societario e della sua modifica; non sarà solo l’apertura al Softball, ma, oltre ad alcuni interventi di carattere operativo e funzionale, sarà soprattutto il richiamo al “Codice Etico” a scrivere una nuova pagina della nostra storia.

Si tratterà di uno specifico documento, appendice allo statuto vero e proprio; l’espressione dei valori e delle linee guida da rispettare da parte del Direttivo, ma anche da parte dei Soci, degli Atleti, dei Genitori, insomma di tutti coloro che su base volontaria o professionale si troveranno a collaborare con la nostra organizzazione.

I documenti saranno pubblicati e consultabili sul nostro sito www.grizzliestorino.it successivamente alla data di approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci convocata per Giovedi 11 Marzo ore 20,30.

Per l’attacco dei Grizzlies c’è Jesus Carrera

Nei lontani tempi del catenaccio calcistico, si sentiva spesso dire “Primo non prenderle!”, ma qui parliamo di Baseball, e dal momento che il pareggio non è previsto, diventa fondamentale ricordare che per vincere bisogna sempre segnare almeno un punto in più dell’avversario, come dire che serve gente che la pallina sappia batterla spesso, al momento giusto e lontana.

Al telefono trasmette tutta l’energia positiva tipica dei popoli latini, mixata con una bella dose di concretezza; è Jesus Carrera, Venezuelano, mancino,  prima base ed esterno destro che nella stagione 2021 cercherà di portare ai Grizzlies proprio quella spinta che serve per fare la differenza in attacco.

Classe 1993, Carrera non ha ancora compiuto 28 anni ma sulle spalle ne ha già quasi dieci di esperienza all’estero, la maggior parte dei quali trascorsi negli Stati Uniti.

“La situazione politico-economica in Venezuela è da circa vent’anni molto difficile, per cui a 18 anni ho maturato la decisione ed a 19 sono partito utilizzando il Baseball come elemento di motivazione. Negli USA mi sono laureato in giornalismo, ho perfezionato la lingua, e naturalmente ho giocato a livello di College e di University”.

E come si spiega invece il tuo arrivo in Italia, gli chiediamo.

“Avevo desiderio di espandere la mia esperienza, ma avevo anche un’altra motivazione …quella che due anni fa è diventata mia moglie, è per metà di origini italiane, per la precisione pugliese, ed era già venuta in Italia. L’ho raggiunta sfruttando l’opportunità del Macerata ed ora viviamo nelle Marche in attesa di capire quali occasioni ci prospetterà il futuro. Io sto lavorando come insegnante di Inglese e Spagnolo, ma sto anche perfezionando l’italiano, ed a giorni affronterò l’esame per la certificazione B1. Confesso che vivere in una grande città mi attira come idea”

L’italiano di Jesus è già fluente, e gli permette di trasmettere tutta la voglia che ha di prendere mazza e guantone e tornare sul campo. “Ho la fortuna che mia moglie di lavoro fa la Personal Trainer e quindi non appena si è conclusa la stagione 2020 ho iniziato a lavorare in casa non potendo accedere ad altre strutture per via del Covid, so che a Torino c’è la possibilità di allenarsi indoor anche nella stagione invernale e questa è una gran cosa”.

Avendo studiato giornalismo immaginiamo che sia anche pronto a rispondere a domande un po’ provocatorie, ed allora lo incalziamo sulla sua media battuta, sui suoi tanti RBI e sul basso numero stagionale di strike out; “in effetti la mia mentalità è quella di cercare di essere produttivo, intendo dire che a volte serve anche solo mettere la palla in gioco, ricordare che anche una base su ball può essere importante, poi si, ho la fortuna di avere un buon occhio e quindi con questa strategia riesco ad avere dei numeri interessanti, ma so che te li devi sempre conquistare, non è sempre così scontato. In difesa invece gioco principalmente in prima ma quando serve per il turn over posso coprire anche l'esterno destro."

Il tempo passa veloce quando ci si diverte, in questo caso quando la chiacchierata è gradevole, ma  sono passate le 20,30 di una domenica sera, per questa volta può bastare.

Benvenuto ai Grizzlies Jesus, ci vediamo presto a Torino.

 

Prime mosse per i Grizzlies: OSCAR TUCCI

Per gli addetti ai lavori poteva essere prevedile che l’arrivo a Torino di Fabio Sampaolo nel ruolo di GM, avrebbe potuto portare al Passo Buole qualche rinforzo da Macerata, ed infatti ecco il primo annuncio, quello del lanciatore mancino Oscar Tucci. Per il giovane prospetto della Nazionale (Classe 2000, quindi 21 anni), dopo ben 5 stagioni con la squadra marchigiana con nel mezzo un anno di esperienza in Texas con il Clarendon Community College, inizierà a breve la nuova esperienza con i Grizzlies Torino. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente di domenica mattina, non troppo presto per paura di disturbare, ed invece lo abbiamo colto in piena fase di studio. “Ho dovuto interrompere dopo il primo anno la frequentazione del College negli USA a causa del Covid, e così, rientrato in Italia, mi sono iscritto all’università a Chieti, ma se le cose vanno come spero, al termine di questa stagione vorrei tornare negli Stati Uniti per il secondo anno di corso”. E’ iniziata così la nostra conversazione ed inevitabilmente il discorso ha portato a raffrontare i due mondi (quello Italiano e quello Americano) sia sotto il profilo sportivo che scolastico. “A livello scolastico la differenza è che mentre nelle nostre università gli esami sono meno e più distanziati e quindi ti obbligano a studiare per molto tempo temi molto vasti, nel College ci sono molti micro esami ravvicinati, con argomenti più concentrati. Nello sport invece, ed il baseball non fa eccezione, le differenze sono più macroscopiche, siamo al limite del professionismo con strutture molto attrezzate ed una intensità di lavoro altissima; per capirci, almeno 3 volte alla settimana la giornata inizia con sveglia alle 5, subito 45 minuti di palestra ed altrettanti di corsa, poi colazione, scuola e pranzo. Nel pomeriggio allenamento sul campo fino alle 18. E’ intenso, ma nel corso della giornata ci sono dei tempi liberi e se vuoi studiare il tempo lo trovi !” Gli abbiamo chiesto allora come fosse integrarsi in un mondo così diverso e così rivolto al risultato. “All’inizio appena arrivato non è stato facile, persone che non consoci, la lingua, ma sono bastate due tre settimane per integrarmi ed oggi in una comunità eterogenea (Europei, Sud americanima anche ragazzi degli Stati Uniti) mi trovo bene, sia con loro che con i tecnici. Ai ritmi degli allenamenti ti ci abitui in fretta ed il fisico entra automaticamente nella routine degli orari.” Venendo poi al prossimo futuro torinese, con Oscar abbiamo voluto sapere quale fosse il suo grado di conoscenza del gruppo che troverà al Passo Buole. “Conosco bene Giarola col quale abbiamo condiviso l’esperienza in nazionale Under 18 nei Mondiali di Thunder Bay in Canada, poi conosco Oldano che era insieme a me allo Star Show Case in Arizona, ed anche Catalano che ho avuto compagno sempre in nazionale U18; degli altri ho conoscenza di qualcuno a livello di nomi ma non di persona. Conto appena possibile di venire a Torino qualche giorno per conoscere i compagni ed i Dirigenti, e prevedo di stabilirmi in maniera fissa con alcune settimane di anticipo rispetto all’inizio del campionato”. Campionato, una parola magica perché rappresenta un simbolo di battaglia contro la pandemia, e che si ripropone con una formula nuova abbastanza complessa in questo 2021. Per Oscar non sarà un debutto nella massima serie in quanto, con Macerata neopromossa, lo scorso anno aveva già affrontato tutte le squadre di A1. “Confesso che il salto dalla A2 alla A1 è stato notevole, inutile dire che il livello dei battitori è tale che essere messo in difficoltà fa parte della routine, come in tutti gli ambiti bisogna fare esperienza e credo che quest’anno potrò già mettere a frutto quella della stagione passata” Ti sei posto degli obiettivi oppure è ancora troppo presto, gli abbiamo chiesto. “Dei veri obiettivi no, però ho l’aspettativa che si possa fare bene nella prima fase, quella del Qualification Round, mi piacerebbe arrivare tra le prime due del girone per poter accedere al Recovery Round, poi da li in avanti sarebbe tutta una scommessa” Insomma, un giovane di belle speranze, con i piedi per terra e tanta determinazione. Per i Grizzlies un primo innesto importante sul monte, sia come partente ed eventualmente anche come rilievo a seconda di quanto richiederà il calendario. A Sampaolo il compito di completare i ranghi, ad Illuminati quello di assemblare al meglio il gruppo, gruppo che tra qualche giorno inizierà la preparazione nella tenso struttura del Passo Buole dopo la lunga preparazione individuale invernale. Oscar Tucci

San Valentino 2021, una bella storia

Bella storia raccontata dal Corriere della Sera.

Una storia che ci piace particolarmente perchè parla di Baseball e di Softball, parla di Torino e della sua provincia, parla di un amore che è nato al Passo Buole.

Tommaso Giarola, interno dei Grizzlies ed Alice Midiri ricevitore delle Rebels, sono i protagonisti di questa storia.

In attesa di rivederli sui diamanti di casa a difendere i colori delle loro società, vi lasciamo alla lettura.

Alice e Tommaso negli Usa: C’è un amore in casa base.

Dopo l’Illinois, Giarola giocherà a baseball in Nuovo Messico, Midiri in Nebraska per il softball: divisi «solo» da 600 miglia

Per chi gioca a baseball e softball l’America è un sogno ricorrente. Un sogno che i ventenni torinesi Tommaso Giarola e Alice Midiri hanno reso concreto, anche a costo di accettare la lontananza dagli affetti più cari. La loro è la storia di due talenti purissimi del «batti e corri», fidanzati dai tempi delle scuole superiori, due giovani che hanno scelto di emigrare per inseguire le proprie ambizioni.

A casa, a Torino, tutto sarebbe stato più comodo e più facile: ma entrambi hanno dentro il fuoco sacro dei vent’anni. E pazienza se per ora si trovano separati a più di mille chilometri di distanza: «Sappiamo sempre come essere presenti l’uno per l’altra», spiegano Tommaso e Alice. Lui è di Mirafiori Sud, ed è cresciuto nel vivaio dei Grizzlies Torino; Alice è di Condove ed è tuttora tesserata per le Avigliana Rebels. Tutti e due sono partiti per gli States giovanissimi. «Nell’ottobre del 2018 ho partecipato all’International Stars Showcase in Arizona, un evento che si tiene di fronte ad allenatori e scout universitari — racconta Tommaso —. Sono stato notato e ho firmato con il Frontier Community College Bobcats di Fairfield, in Illinois». Le «linci» giocano nel campionato NJCAA, il prodromo della NCAA, il massimo livello di competizione tra college americani che Tommaso scoprirà dal prossimo agosto. Perché pochi giorni fa ha firmato per la Eastern New Mexico University: giocherà per i «Greyhounds», i levrieri. «Il mio sogno è diventare un professionista e arrivare in MLB — confida Tommy —, ma so che è molto difficile. Per questo studio per diventare fisioterapista». Tommaso, un interbase, per molti addetti ai lavori è un grande talento del baseball e fa parte del giro della Nazionale azzurra.

Ma anche di Alice si dice un gran bene. La passione per il softball le è stata trasmessa da mamma Maristella Perizzolo, coach della squadra di A2 delle Avigliana Rebels e della Nazionale italiana Under 15. Il talento e l’intraprendenza fanno il resto. Nel 2019 anche lei ha deciso di trasferirsi negli States accettando l’offerta della McCook Community College del Nebraska per giocare nelle Indian Athletics, NJCAA femminile. Lei è una utility — significa che sul diamante del softball può essere impiegata in più ruoli — ed è l’unica europea nella sua squadra. «Ma la mia aspirazione non è il professionismo — precisa Alice —. Anche perché negli USA c’è una grande sperequazione tra il softball e il dorato mondo del baseball. Io vorrei trovare un lavoro e costruire una famiglia, e per questo studio Business. Certo, mi sto guardando intorno per proseguire il mio percorso negli States anche al termine dell’attuale biennio: il mio sogno è la California, dove non fa freddo come qui in Nebraska, dove di inverno si toccano i venti gradi sottozero».

Il Nebraska e l’Illinois distano quasi dieci ore di automobile, ma Tommaso e Alice rimangono uniti perché condividono uno stile di vita fatto di sacrifici per tenere insieme gli impegni da sportivi di alto livello e da studenti. «Riusciamo a vederci praticamente solo quando torniamo a Torino, in estate e sotto Natale, Covid permettendo — dice Tommaso —. Ma io per lei ci sono sempre, e viceversa». Alice, d’altronde, è una ventenne particolarmente matura: «Siamo fidanzati da sei anni, siamo cresciuti insieme. Ci accomuna la capacità di dare il cento per cento in quello che facciamo e la grande ambizione, anche se io ho scelto di concentrarmi di più sullo studio. Ma i miei pregi compensano i suoi difetti e viceversa. E nei momenti di difficoltà, che ci sono stati e ci saranno, sappiamo come sostenerci». È la vita a stelle e strisce, tra sogni e realtà.

 

Un caffè con: Fabio SAMPAOLO

Sono le 21 passate di sabato sera, ma Fabio si presta volentieri al fuoco di domande che gli abbiamo preparato, anzi, non si risparmia nei tempi e nei particolari delle sue risposte, quasi a dire “sono contento di questa nuova avventura e ne parlo volentieri”. Si, perché da pochissimo Fabio Sampaolo è il nuovo General Manager dei Grizzlies Torino 48 e la prima domanda non poteva che essere: ma chi te lo ha fatto fare? “Quando un amico chiama non si può non rispondere” afferma, ed è subito chiaro il riferimento a Pierpaolo Illuminati, suo ricevitore a Macerata negli anni della gioventù, oggi manager dei Grizzlies, ma anche come si affretta a precisare, “un amico col quale da sempre ci sentiamo con regolarità e che già un paio di anni fa aveva provato a tentarmi”. “Ci hanno provato anche altri” ridacchia … Grazie al suo trasferimento in Brianza, che ha ridotto drasticamente le distanze con Torino, Sampaolo ha finalmente risposto Si alla corte di Illuminati ed ha già incontrato nei giorni scorsi una rappresentanza del nuovo Direttivo (il Presidente Gallo, la vice Presidente Passarella ed il Responsabile della strategia sportiva Marziale), e subito dopo, sugli spalti del Passo Buole (Covid docet), ha conosciuto i ragazzi della squadra che disputerà il campionato di serie A. Ma prima di parlare di Grizzlies e di campionato, siamo curiosi di conoscere meglio il nuovo compagno di viaggio ed allora ci facciamo raccontare della sua carriera, così ci troviamo a registrare una serie di numeri e informazioni: ”sono entrato in questo mondo nel 1970 a 8 anni, sono stato a Macerata fino al 97, e poi Cupra Montana, nuovamente Macerata, poi Montegranaro e ancora Macerata, in tutto ben 6 promozioni come tecnico o come dirigente, un anno in Nazionale Under18 da giocatore, allenatore per 30 anni, di 3° livello (il massimo), ho fatto il General Manager e il Presidente”. L’immagine che ne traspare è pertanto quella di un appassionato che non può stare lontano dal diamante e quando gli chiediamo tra tutti i ruoli dove si senta più a suo agio ci dice: “avendo avuto la fortuna di fare tutta la trafila, posso sapere quali sono i problemi o le aspettative di tutti, così riesco a comprendere le situazioni”. La pubblicazione da parte della FIBS della nuova formula del Campionato di serie A è troppo fresca e stimolante per non fare capolino in qualsiasi argomento di discussione, e così finalmente affrontiamo il tema in maniera diretta: “nelle intenzioni vuole essere una unica serie A, ma di fatto restano due categorie, è una opinione diffusa, al punto che qualche giocatore in attesa di accasarsi, ora che conosce la formula, è più attratto da squadre di Premier Round e meno da quelle inserite nel Qualification Round”. E questo cosa significa per i Grizzlies? chiediamo; “ci sono squadre che sono obbligate a vincere” risponde Sampaolo, “in virtù dei budget che mettono loro a disposizione gli sponsor, noi siamo una organizzazione che non può permettersi troppi rinforzi stranieri, ma stiamo comunque cercando atleti per fare un campionato di buon livello”. Siamo curiosi a questo punto di capire che impressione abbia avuto del team che ha trovato a Torino, e così facciamo la domanda diretta; “so perfettamente che ci sono organizzazioni talmente strutturate da essere definite professionistiche, i Grizzlies mi ricordano il mio ambiente di Macerata, dove i Dirigenti hanno innanzi tutto un lavoro primario, ma la gestione della società sportiva non è portata avanti come un hobby bensì come un secondo lavoro, e questo è garanzia di serietà, garanzia di fare le cose in modo professionale, e questo mi basta”. Grazie Fabio, è stato un piacere, a presto sul campo.

IN BOCCA AL LUPO AI NOSTRI RAGAZZI

Nonostante l'amara decisione di rinunciare al campionato di serie A1, tutta la Società Grizzlies Torino 48, è orgogliosa di vedere i propri tesserati continuare l'attività agonistica in altre squadre in questa particolare stagione 2020.

Tommaso Giarola e Samuele Catalano debutteranno nella massima serie per la loro prima stagione da rookies, rispettivamente a Parma e a Collecchio. In serie A2, invece, hanno trovato posto gli esperti Maurizio De Maria e Paolo Barbero che voleranno, con il lanciatore Michele Meschini e l'utility Marco Pascoli, sull'isola ad arricchire la formazione del Cagliari Baseball. Sempre in A2 scenderanno in campo Matteo Pascoli, Giordana, ed il giovane lanciatore Matteo Oldano che si sono affiliati alla formazione del Senago Baseball.

Nella formazione piemontese del Fossano di serie B si sono invece trasferiti i giovanissimi Daniele Gai e Jacopo Marziale (già in doppio tesseramento per la stagione 2019).

In serie C ad Avigliana, con la formazione dei Rebels (con l'obiettivo promozione) hanno trovato un accordo il lanciatore Filippo Giarola assieme all'esperto ricevitore Matteo Fornari. Ritorno alle origini per Ferruccio e Ceppi a Cairo Montenotte (Cairese, Seire C) dove si spera possa arrivare anche l'esperto Lomonte.

Il progetto sportivo dei Grizzlies 48 continuerà nella prossima stagione, in quanto manterremo il diritto a partecipare in A1. Nel frattempo la Società, tutta, augura ai propri ragazzi un grosso in bocca al lupo per questa nuova esperienza con la speranza di rincontrarsi presto sui campi da baseball.

RINVIATO IL DEBUTTO. LE DISPOSIZIONI DELLA FIBS SULL’EMERGENZA CORONA VIRUS

Slitta il ritorno nella massima serie della nostra Società. A seguito del DCPM 8 LA FIBS ha stabilito la sospensione di tutte le attività delle Squadre Nazionali, Selezioni Regionali e Accademie fino al 4 aprile e di tutti i campionati fino al 17-19 aprile. Mettendo al primo posto la salute dei propri tesserati il Club Grizzlies Torino 48 ha deciso di interrompere tutte le attività (allenamenti della prima squadra compresi) fino al 4 aprile. Al momento il debutto in campionato è previsto per il 18 aprile con la trasferta a Nettuno (già calendarizzata come terza giornata), mentre le sfide precedenti saranno gestite, il più possibile, come recuperi.

Con la speranza che la situazione si risolva il più velocemente possibile, ci auguriamo di vederci presto in campo.

Baseball giovanile: ricchezza e divertimento

Lo scorso anno ci fu Giulio, quest’anno, nel 2019 ci sono Luca e Chiara, per il 2020 abbiamo Corrado che si sta preparando.

Chi sono ?

Sono dei semplici ragazzini (o ragazzine) , che fino a 3-4 anni fa, come tanti coetanei, giocavano a calcio o a basket o tennis.

Il caso ha voluto che per conoscenze comuni o passaparola arrivassero al campo da Baseball di Via Passo Buole a Torino.

Da qui la svolta: l’innamoramento, la passione, l’impegno, gli amici, e un campo da gioco che è lo stesso dove gioca la serie A, con la terra rossa sempre perfetta ed un vero manto erboso.

Giulio, Luca,Chiara, Corrado (ma prima di loro Claudio, Tommaso, Daniele, Davide, Federico, e tanti altri), stanno indossando la casacca azzurra della Nazionale, altri loro compagni hanno indossato quella azzurra della selezione Piemontese. Sono tanti, e arrivano tutti dal vivaio dei Grizzlies Torino 48.

In comune hanno tutti la fortuna di andare in giro per l’Italia e per il mondo intero, insieme ad un gruppo di 16 amici, e poi, una volta sul posto, incontrano altri gruppi di coetanei che parlano spagnolo, inglese, tedesco, ceco; prima si sfidano con mazza e guantone, poi fraternizzano sulle gradinate mentre altri ragazzi a loro volta giocano.

Nel Baseball, il nostro sport, tutto ciò è estremamente frequente; tutte le squadre Piemontesi (ma anche nelle altre regioni succede la stessa cosa), ogni anno regalano a tanti ragazzini l’esperienza di essere “selezionati”.

Come si spiega tutto ciò ?

Molto semplice: prima di tutto non ci sono decine di migliaia di ragazzi che praticano il nostro sport, e in seconda battuta il merito è degli allenatori.

I nostri tecnici delle giovanili e delle squadre seniores (Italiani o stranieri che siano), si formano con i migliori professionisti internazionali e grazie alle loro competenze le nazionali seniores di Baseball e di Softball (femminile) sono regolarmente al primo o secondo posto in Europa in alternanza con l’Olanda.

La stessa cosa vale per le nazionali giovanili.

Se il Baseball italiano potesse attingere da un bacino di praticanti più grande, con buona probabilità entrerebbe nelle prime cinque nazioni al mondo, mentre oggi naviga intorno alle migliori 12.

Se qualcuno sta pensando a quanti soldi guadagni un calciatore, noi rispondiamo chiedendo di guardarsi intorno e cercare i Giulio, i Luca, i Corrado che conoscono, cercando tra i compagni di scuola, tra i vicini di casa che sono arrivati a questi guadagni. Nessuno ?

Senza voler tirare in ballo un congruo numero di Italiani che oggi sta vivendo di Baseball professionistico in America o in Messico o in Giappone, noi siamo convinti che l’esperienza di vita di una selezione siano un guadagno sicuro che nessuno potrà più togliere ad un bambino.

E coloro invece che pur giocando e impegnandosi non riescono a raggiungere le selezioni regionali o nazionali ? Che meraviglia, esistono alcune tipologie di raduni chiamati “clinic” o “camp” a seconda dei contenuti, che danno la possibilità di allenarsi per 3 giorni o una settimana con professionisti della major League. Come se oggi vostro figlio potesse lavorare e vivere per una settimana fianco a fianco con Conte o Mancini o Del Piero o Maldini. Indimenticabile.

Certo i nostri campionati sono impegnativi: le partite in trasferta sono spesso lontane, i tornei estivi durano parecchi giorni ed obbligano i ragazzi a dormire fuori casa senza genitori, e il rischio di tornare a casa esausti e senza voce è praticamente una certezza. Solo chi ha voglia di condividere riesce a sopportare tutto ciò.

I nostri ragazzi ci riescono benissimo, e sono loro i primi che accolgono i nuovi arrivati.

Settembre non è poi così lontano, mamme, Papà, pensateci, portate i vostri figli a provare il Baseball.

A partire dai 6 anni, maschi e femmine.

Per informazioni:

www.grizzlies.it

grizzliestorino48@grizzlies.it

348 3057262 Maurizio

 

 

Un giorno da grandi !

Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di sentirsi un personaggio famoso, il vincitore di una competizione importante o più semplicemente di essere considerato molto bravo a fare qualcosa? Sognare non costa nulla, ma c’è il rischio di rimanere delusi se poi a valle ci accontentiamo di sognare senza provare a lanciarci in alcuna avventura. Il mondo dello sport, per rimanere ai sogni, è quello che più stimola la fantasia: calciatore, olimpionico, campione del mondo, record mondiale, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta per fantasticare. Ieri, senza che me ne rendessi conto, sono entrato in un sogno, l’ho vissuto, l’ho goduto, e quando mi sono svegliato era …vero. La presenza della Nazionale di Baseball a Torino per disputare una amichevole con i Grizzlies era un sogno fino a ieri. E’ stato come quel bambino che da sempre desidererebbe ricevere il modellino della Ferrari ed all’improvviso si ritrova davanti Vettel in carne ed ossa, con una rossa fiammante che gli chiede se vuole fare un giro. Va bene, sto giocando di metafore, ma l’esperienza di immergersi di persona, per un giorno, nel mondo dei “grandi” del pur “piccolo” baseball d’Italia è tale, che deve essere radiografata per vederci dentro, non accontentandosi di osservarla come in televisione. Gilberto Gerali, Alessandro Vaglio e Gigi Mignola sono di una disponibilità esagerata; superata l’impasse iniziale rotta da qualche giornalista navigato, le domande fioccano a dirotto poste soprattutto da non addetti ai lavori, incuriositi ed increduli di trovarsi davanti “all’allenatore di una nazionale”. Il tempo passa, la partita si avvicina, io mi preoccupo per gli intervistati immaginando che stiano sulle spine e li invito a lasciare la saletta. No, no, mi dicono, possiamo rimanere, ci fa piacere parlare del nostro sport e descrivervi come lo viviamo. Alla fine si alzano e sono loro a ringraziare me per avergli dato l’opportunità di questo incontro. Si capisce che amano questo sport, non è lavoro, non è vil denaro o immagine. E’ tutto pronto per l’inizio, ma uno, poi due, poi tre e infine quattro “autorita” del mondo della politica mi chiedono dello stadio, della squadra, dei progetti; gli spiego che il motore più potente che esista è quello della passione e se mi aiutano a mettere un po’ di benzina possiamo andare ancora più forte. Fino a ieri li vedevo solo sui giornali o in televisione, oggi sono io al centro della loro attenzione. La partita scorre, la gente fa festa sugli spalti, i fotografi continuano a pestare gli spikes a qualche giocatore transitando nei dugout, la televisione di Rai3 vuole fare le interviste on deck mentre i battitori si alternano nel box, insomma, ci sarebbe di che innervosirsi, ma nessuno dice nulla, anzi … Finisce la partita, il campo è invaso da ragazzini festosi che chissà per quale miracolo, invece di avventarsi sui giocatori, rimangono a distanza, tutti ordinati in attesa che finisca il debriefing di Gerali. Al suo via si scatena l’inferno. Gli eccessi di confidenza si sprecano e chiunque trova modo di chiacchierare come al tavolino di un bar. Sambucci mi racconta che il differenziale tra lanciatori di A2 e di A1 ha condizionato le performance in battuta di una squadra e dell’altra. Chi non è abituato a velocità anche di 90 miglia ha bisogno di alcuni turni per sincronizzarsi con tali velocità, e dall’altra parte succede lo stesso se una veloce rasenta una breaking ball. Vaglio mi parla del suo lavoro di commerciale, un coach mi chiede la foto per sua mamma, l’altro mi domanda di mio figlio. Nessuno ha troppa voglia di andare a casa subito, e la mia preoccupazione di salvaguardare un minimo di privacy cede fragorosamente al rifiuto di cenare in un angolo riservato,” siamo contenti se non ci sono barriere col pubblico” mi viene spiegato. Insomma, tornando alla metafora, su quella Ferrari mi sembra di esserci seduto sopra da una vita e Vettel sembra il mio vicino di casa, che mentre va via mi dice: “siamo stati benissimo, bravi, bel lavoro”, e capisco che è sincero. Quando lo stadio è quasi deserto, trovo il pretesto per fare un giro di controllo; i riflettori spenti trasmettono al prato un fascino misterioso, le luci di servizio in tribuna disegnano sculture con i seggiolini e il caldo del giorno comincia a cedere. Non sarebbe male dormire qui, in fondo sono un Orso, il verde è il mio ambiente; ah dimenticavo, il mio nome è Bear-To , sono la mascotte dei Grizzlies Torino, ed oggi ho vissuto “un giorno da grandi”.