GUARDARE IL BASEBALL CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO

Baseball per principianti

Un pomeriggio passato a guardare asteroidi lanciati nel cielo

Claudio Marinaccio – La Stampa

«Papo, quella palla sembra un asteroide che va in cielo» così mio figlio commenta il primo fuori campo che ha visto nella sua vita. Siamo seduti di fianco alla panchina dei Grizzlies Torino 48 che si sta giocando l’accesso alla serie A1 contro il Castenaso Baseball. Se da una parte si sente spesso «Forza Ciccio» dall’altra è più frequente un «Vamos Carlitos». Si potrebbe scrivere moltissimo sul suono che si sente quando il battitore colpisce la palla tirata dal lanciatore. Un suono secco, potente. Un “tok” che sembra allo stesso tempo uno strike fatto a bowling e un colpo da biliardo perfetto. In fondo è l’unione tra la forza fisica e l’abilità tecnica. Potenza e precisione che si racchiudono in un istante. Un decimo di secondo in cui la mazza e la pallina sono fuse assieme per poi salutarsi con un semplice arrivederci o con un più raro addio

Mio figlio osserva come solo i bambini sanno fare, focalizzandosi spesso sui dettagli che sembrano irrilevanti. Guarda con interesse questo sport nuovo per lui. Non ha mai visto una partita dal vivo e mi domanda ripetutamente cosa succederebbe se una palla dovesse colpire un pullman fuori dallo stadio. “Gli farebbero la multa perché non ha il biglietto” dico cercando di farlo ridere, ma non lo convinco. 

Fabio, il giovane bat boy (nel baseball – più o meno – svolge il ruolo del raccattapalle nel calcio) è un bambino educatissimo con il caschetto in testa e vestito con la divisa dei Grizzlies che gli spiega un po’ le regole del gioco. A me piace osservare come il lanciatore comunica con il ricevitore. Il primo è sopra il monte di lancio, un rialzo di terra che lo mette al centro della scena. Il secondo – invece – è in ginocchio completamente bardato come un moderno cavaliere medievale. I due si parlano attraverso segni e smorfie, cenni del capo e movimenti delle dita. Questo mi ha fatto venire in mente quando mio nonno mi cercava di insegnare i segni per vincere in coppia a briscola. Una volta in un vecchio bar mi stava cercando di dire che aveva un asso ma io – per un istante – avevo pensato che gli stesse per venire un ictus. 

Il mio rapporto con il baseball è strano. Forse è – insieme al football americano – uno sport di cui ho iniziato a interessarmi attraverso il cinema e i libri. Soprattutto “Il migliore” di Bernard Malamud e per quello che rappresenta in “Underworld” di Don DeLillo. Ma anche perché il baseball fa parte di un aspetto culturale fortemente radicato nella cultura statunitense e di conseguenza di quello che ho visto e letto.

Uno sport con tempi strani. Lenti a volte, persino immobili ma capace di situazioni inattese e accelerazioni violente.

Vederlo dal vivo è una cosa che merita di essere fatta. Uno sport perfetto per essere raccontato e rappresentato. Mio figlio – intanto – batte il cinque a tutti i giocatori della squadra di casa. Indossa la divisa verde dei Grizzlies Torino 48 e rimane attaccato alla rete cercando di vedere un altro fuori campo. 

«Papo, papo! Guarda!» 

Tok e un altro asteroide esce fuori dallo stadio per finire chissà dove. È bellissimo da vedere anche se spero che non colpisca la mia automobile parcheggiata.

Per onore della cronaca il Castenaso Baseball vincerà Gara 1 e 2.